sabato 18 dicembre 2010

UNA GENERAZIONE SENZA FUTURO E VOLONTA'

Guardando su Repubblica TV Roberto Saviano che commentava la violenta protesta di molti giovani dopo il voto di fiducia al governo Berlusconi e rispondeva in diretta alle domande dei telespettatori, ci ha colpito l'email a firma Martabcn che così chiosava il commento dello scrittore sui fatti:

Caro Roberto. Le tue parole sono come sempre bellissime; ma questa volta, ahimé, sterili. Ho 26 anni, due lauree e tanta voglia di fare. Sono arrabbiata, stufa, sconfortata. Non ho più ragione di credere che con “le buone” si ottenga qualcosa, non a questi livelli. Un anno fa mi sarei indignata per Roma, oggi no, oggi sono felice. Perché è vero che la violenza è uno schifo, ma è l’ultima risorsa di chi è disperato. Uso questo termine non a caso: disperato è colui senza speranza. E io sono così. Io non ho futuro: ho 26 anni e non ne ho già più uno. Non potrò mai comprarmi una casa perché non farò mai un lavoro che mi permetta di accendere un mutuo, i miei genitori non possono aiutarmi economicamente e non so nemmeno se potrò mai comprarmi una macchina nuova. Se avrò dei figli non riuscirò a pagare le tasse per mandarli all’università, e quando sarò vecchia non avrò pensione. Non ho più niente da perdere e come me tantissimi, troppi altri.”

In questa breve email possiamo leggere tutta la disperazione di chi ha veramente compreso cosa l'attende nel prossimo futuro (al contrario, a dire il vero, di moltissimi altri lavoratori precari).
Disperazione, forse rassegnazione ma anche una grande voglia di cambiamento sono le caratteristiche che emergono dalla lettera.
Una voglia di cambiamento però che trova la sua ultima applicazione nella forza e nella violenza, come se non esistesse altro metodo per cambiare la società e ridare futuro alle nuove generazioni. Analizziamo il testo e cerchiamo di comprenderne il ragionamento:

1) In questa nazione non esiste un futuro per i giovani che vogliono entrare nel mondo del lavoro
2) Non sarà possibile loro farsi una famiglia, un mutuo per la casa, mantenere i figli, nemmeno comprarsi un'auto.
3) Visto che non c'è più nulla da perdere e che non è possibile cambiare questo stato di cose, allora è meglio sostenere la violenza.

C'è però sottointeso un pensiero di fondo, che crediamo sbagliato, che intende fare comprendere, senza scriverlo, che non è più possibile risolvere la tragica situazione italiana rivolgendosi alla politica (e di rimando alla democrazia). E' come dire, senza esprimerlo, che siccome siamo governati da un manipolo di ladri, massoni e mafiosi e data l'alternativa (quella che dovrebbe chiamarsi "sinistra") in definitiva assai simile, non c'è via di scampo al baratro.

Questo modo di pensare pian piano sta prendendo piede tra i nostri giovani. Noi però lo riteniamo sbagliato perchè non tiene conto della possibilità di cambiare in maniera democratica. Cioè al riscontro dell'impossibilità di un governo di centrodestra o centrosinistra (o di qualsiasi altra accozzaglia degli attuali partiti) che veramente agisca per gli interessi della gente, il ragionamento non tiene conto della possibilità di dare il proprio voto ad un'altra formazione politica che possa ridare agli italiani speranza nel proprio futuro. E così facendo in pratica avalla il potere che questo centrodestra e questo centrosinistra detengono sulla nostra nazione.

Questo perchè ancora non si comprende che i partiti non sono altro che semplici associazioni di cittadini che la pensano più allo stesso modo sulla gestione della cosa pubblica (questa è infatti la corretta etimologia della parola "partito"). Non si comprende come, almeno fino a quando non ci pianteranno una pistola alla tempia quando andremo a votare, cioè fino a quando esiterà la democrazia, per sfiduciare un partito, basta non votarlo; basta in definitiva far finta che non esista.
Certo oggi chi detiene il potere usa i media per circuire le menti dei cittadini; ma quanto ancora sono disposti gli italiani a farsi prendere in giro da questi saltimbanchi televisivi visto che la realtà che li circonda risulta disastrosamente meno luccicante di come la descrivono?

E allora perchè ricorrere alla violenza quando basta semplicemente dare il voto a "qualcun'altro"? E se questo "qualcun'altro" ancora non esiste perchè non impegnarsi a crearlo tutti insieme?
A meno che in questa società virtualizzata, l'impegno (l'uso delle proprie gambe, della propria voce, della propria testa e delle proprie argomentazioni per convincere la gente a cambiare) oggi, per questa generazione di lavoratori (precari e non) mollicci e demoralizzati, sia talmente gravoso e faticoso che risulti molto più semplice uscire nelle strade coperti da una sciarpa e mettersi ad esprimere il proprio dissenso spaccando tutto ciò che si vede.

Per questo vi diciamo: credete che i partiti attuali non vi rappresentino? Pensate che l'Italia con loro non abbia più futuro? Siete convinti, come noi, che per ridare dignità e speranza ai lavoratori vada eliminato il lavoro precario e vadano sostenute le aziende che assumono a tempo indeterminato?

Noi abbiamo indicato la via, ora sta a voi seguirci e rendere il nostro progetto realizzabile.
Solo se riusciremo ad essere tutti uniti potremo "distruggere" senza violenza, ma solo con l'uso della democrazia, tutti i partiti attuali e farne scomparire le vergogne umane che li compongono. Solo permettendo agli italiani di scegliere un'alternativa politica potremo ridare voce a questa democrazia in bilico. E questa alternativa vogliamo, dobbiamo essere noi. Ma per diventare un partito politico abbiamo bisogno del vostro sostegno. Abbiamo bisogno delle vostre gambe e della vostra voce. Abbiamo bisogno della vostra testa e delle vostre idee. Abbiamo bisogno di gente che creda ancora nella democrazia e pensi che per esporre le proprie argomentazioni sia più giusto lavorare a viso scoperto in mezzo alla gente, piuttosto che andare a rompere una vetrina nascosti da una sciarpa.

Se vuoi essere dei nostri clicca qui, vai nell'area pubblica e aggiungi i tuoi dati al nostro database. Ti aggiorneremo così sulle nostre uniziative e sul percorso che ci porterà a diventare un vero e proprio partito.

Grazie per l'attenzione
Lo staff di
Aboliamo il lavoro precario

lunedì 13 dicembre 2010

CORNUTI E MAZZIATI 2 (E ANCHE UN PO' COGLIONI)

Nel precedente post avevamo elencate alcune delle caratteristiche proprie dei lavoratori precari e avevamo evidenziato la vita miseranda che li attende una volta anziani.

Abbiamo però dimenticato di scrivere che oltre a subire tutte queste vergogne senza colpo ferire (perchè a noi italiani, che non siamo nè inglesi, nè francesi, ci piace tanto prendercela in quel posto senza minimamente reagire), se ne aggiunge un'altra:

mentre fino ad un paio di mesi fa era possibile, in caso di controversie tra il datore di lavoro e il lavoratore precario (mancato rispetto del contratto, mancato rispetto dei termini di legge che regolano il lavoro precario, ecc.) agire legalmente, e magari dopo qualche anno (sigh!) riuscire a vincere la causa, ora legalmente non lo è più.

Infatti grazie ad una nuova leggina (Legge 183 del 2010) il lavoratore ho 60 giorni di tempo per fare causa rispetto a tutte le precedenti situazioni contrattuali controversie.

L'articolo de "Il Fatto Quotidiano" speiga per bene il giochetto che la mette in quel posto ai lavoratori italiani (precari e non).

Insomma come già scritto, cornuti e mazziati e con tutto il rispetto per tutti i lavoratori, anche un po' coglioni visto che nessuno, ma proprio nessuno ha alzato un dito all'ennessima sottrazione ai diritti basilari dei lavoratori, ormai già scarniti.

Attendiamo nuove regole, che siamo sicuri non procureranno nessun sommovimento sociale, in cui le ore di lavoro diventeranno obbligatoriamente 12 (e perchè non 14?) rimanendo però il salario fermo a quello precedente. O magari leggi che regolino la lunghezza della catena a cui attaccare i lavoratori per evitare che si spostino dal loro posto di lavoro (se vogliono espletare bisogni fisiologici che si piscino addosso che così fanno pure risparmiare sul riscaldamento) in modo da non provocare perdite di tempo durante la produzione. In futuro, inoltre, la marchiatura a fuoco potrebbe garantire oltre che la mansuetudine (si sa, c'è sempre qualche sciagurato, pochissimi in verità in Italia, che alza la voce) anche la proprietà che i nobili (la nuova futura denominazione dei datori di lavoro) potranno esibire durante la compravendita degli schiavi (i vecchi lavoratori) ad altre aziende. Insomma un bellissimo futuro che sicuramente non tarderà ad investire i nostri rassegnatissimi lavoratori (precari e non) italiani.

E per farvi capire che quando nel post precedente parlavamo di miseria, non esageravamo ecco i dati che il CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro) pubblica rispetto a coloro che andranno in pensione nel 2050 (cioè coloro che iniziano oggi ad entrare nel mondo del lavoro) in cui si evidenzia che la pensione sarà mediamente del 36% dell'ultimo stipendio percepito (poco più di un terzo) e che per farla salire un po' bisognerà lavorare per molti anni ancora (fino a 70 anni e oltre).

Secondo lo studio del CNEL la situazione peggiore riguarderà i lavoratori autonomi e le donne, ma soprattutto i lavoratori temporanei e precari. Se questi ultimi riusciranno ad essere assunti entro tre anni dall’inizio della loro carriera con un contratto a tempo indeterminato saranno in grado di attutire gli effetti del regime pensionistico contributivo. Se, invece, tale possibilità sarà loro preclusa o molto ritardata, entreranno a far parte del popolo della “nuova povertà” una volta varcata la soglia della pensione.

Questo il problema; non teorie, non invenzioni ma dati di fatto che interessano già oggi e interesseranno nel prossimo futuro milioni e milioni di lavoratori italiani.
Noi però non ci limitiamo a discutere del problema e ad evidenziarlo (come fanno molti guru oggi di moda). Noi abbiamo la soluzione che è l'unica possibile:
togliere alla casta della politica e ridare ai cittadini (vedi post precedenti). Eliminare il precariato, abbassare le tasse alle aziende che assumono a tempo indeterminato, incrementare le pene per gli evasori fiscali e promuovere una agguerrita battaglia contro l'evasione e tanto altro già segnalato nei precedenti post di questo blog.

Ma per fare questo c'è solo un modo. Un unico modo ed è quello di creare una nuova formazione politica non più schierata ideologicamente (perchè il lavoro non è nè di destra nè di centro e nè di sinistra), mandare in Parlamento i propri rappresentanti e attuare tutte le politiche di cui sopra.
L'abbiamo scritto già molte volte. I numeri sono dalla nostra parte (3.500.000 di precari che arrivano a 6.000.000 se si contano i lavoratori in nero), manca solo l'unione. Perchè per rendere reale questo progetto bisogna che tutti i lavoratori precari (e non) siano uniti con noi in questa battaglia. Perchè o ci uniamo e andiamo nella stanza dei bottoni per cambiare la politica sciagurata degli ultimi 20 anni o siamo destinati a soccombere.

Per questo ti sproniamo ad unirti a noi: per farlo clicca qui, vai nell'area pubblica e aggiungii tuoi dati al nostro database. Ti aggiorneremo così sulle nostre uniziative e sul percorso che ci porterà a diventare un vero e proprio partito.

Grazie per l'attenzione
Lo staff di
Aboliamo il Lavoro Precario









mercoledì 8 dicembre 2010

CORNUTI E MAZZIATI

Che altro scrivere del precariato che non si sa?

Sappiamo che i lavoratori precari sono sfruttati, malpagati, che spesso fanno molte più ore rispetto a quelle che gli imporrebbe il contratto senza che gli vengano pagati straordinari, che spesso eseguono compiti diversi e più gravosi rispetto a quelli specificati nel contratto, che accettano di lavorare senza che vengano applicate le adeguate misure di sicurezza che i loro compiti imporrebbero (non è un caso infatti che proprio tra i lavoratori precari ci sia il più alto numero di morti sul lavoro), che non gli vengono pagate le vacanze perchè quasi sempre i contratti precari iniziano a settembre e finiscono a luglio/agosto (chiedere ai circa 130.000 docenti precari e ai 75.000 precari non docenti impegnati nella scuola), che non hanno potere contrattuale e perciò accettano tutte le angherie dei datori di lavoro che altrimenti non rinnoverebbero loro il contratto, che arrivati ad una certa età (dopo i 45/50 anni) hanno pochissima possibilità che gli venga proposto un altro lavoro dopo la scadenza dell'ultimo contratto a termine, che, infine, non hanno nemmeno la speranza di vivere una vita e un futuro dignitoso.

Oltre questo però abbiamo qualcos'altro che magari non tutti i lavoratori precari conoscevano. Abbiamo la certificazione delle parole che spesso abbiamo usato nei post passati e cioè "se non volete vivere una vita di miseria e povertà..."

Una miseria e povertà che drammaticamente emergono dalle parole del presidente dell'Inps,
Antonio Mastropasqua che nel corso di un convegno ha detto: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati, rischieremmo un sommovimento sociale".

Non il secondino di qualche sede periferica dell'Inps, non un semplice impiegato ma il PRESIDENTE! E se non lo sa lui che la situazione pensionistica dei precari è a dir poco da elemosina chi altro dovrebbe saperlo?

A fronte di questo l'Inps ha inviato 4 milioni di lettere ai parasubordinati, dopo quelle spedite a luglio ai lavoratori dipendenti, per spiegare come consultare on line la posizione previdenziale personale. Per verificare, cioè, i contributi che risultano versati.
Questo perchè non sarà più possibile, per il lavoratore parasubordinato, simulare sullo stesso sito quella che dovrebbe essere la sua pensione, come invece possono già fare i lavoratori dipendenti. Il motivo di questa differenza pare sia stato spiegato da Mastrapasqua proprio con la tragica battuta. Per dire, in altre parole, se i vari collaboratori, consulenti, lavoratori a progetto, co.co.co., iscritti alla gestione separata Inps, cioè i parasubordinati, venissero a conoscenza della verità, potrebbero arrabbiarsi sul serio. E la verità è che col sistema contributivo, i trattamenti maturati da collaboratori e consulenti spesso NON ARRIVERANNO ALLA PENSIONE MINIMA.

Per comprendere quello che attende i precari quando arriveranno all'agognata pensione, vi chiediamo di andare a verificare qual'è la vita degli anziani che vivono con la pensione minima. Se non avete voglia di andare in giro a chiedere vi spieghiamo come fare a riconoscerli:

quando andate ai mercati e vedete che a banco chiuso alcuni anziani raccolgono da terra o addirittura dai cassonetti la merce buttata dai negozianti, perchè marcia o non buona; quelli sono anziani che vivono con la pensione minima.

Quando vedete nelle fila nelle mense dei poveri anziani che aspettano il loro turno per mangiare o nei centri Caritas per procurarsi qualche vestito usato; ecco quelli sono anziani che vivono con la pensione minima

Quando vedete nelle vostre città sfrattare anziani dalle loro case perchè non sono riusciti a pagare l'affitto o il mutuo, e sbattuti nelle periferie delle città in caseggiati popolari a dir poco fatiscenti; quelli sono anziani che vivono con la pensione minima.

Ora pensate solo a questo: SE CONTINUERETE A LAVORARE COME PRECARI LA VOSTRA PENSIONE SARA' PIU' BASSA DELLA MINIMA.

A fronte di questo cos'altro ci vuole a voi precari per farvi muovere il culo? Sapete di essere sfruttati, conoscete le vostre condizioni economiche e lavorative visto che le vivete sulla vostra pelle quotidianamente. Ora sapete anche che una volta anziani vi attende veramente una vita di miseria e povertà visto che l'ha certificato anche il direttore dell'Inps.

Alchè vi chiediamo? Cosa aspettate ad unirvi a noi? Cos'altro aspettate? Volete veramente una vita da barboni? Volete veramente andare a chiedere l'elemosina? Quanto ancora siete disposti a sopportare? Cos'altro vi devono fare per farvi svegliare dal torpore che ammorba il vostro cervello e vi impedisce di reagire?

Noi abbiamo indicato la via. Unire tutti i precari in un movimento politico che abbia come scopo principale quello di andare in Parlamento ed eliminare una volta per sempre la bestemmia del precariato. I numeri sono dalla nostra parte (in Italia ci sono 3.500.000 di lavoratori precari mentre contando tutti i lavoratori in nero si arriva a 6.000.000 ), se solo riusciamo ad unirci possiamo fare quello che vogliamo e ficcarglielo nel culo il precariato a chi l'ha inventato (cioè a tutti i partiti e agli uomini dei partiti attualmente esistenti).

Perciò non smetteremo mai di esortarvi ad iscrivervi nel nostro database in modo da poter lavorare insieme per trasformare questo movimento in partito e poter eliminare quanto prima il lavoro
precario: Clicca qui (Accedi nell'area pubblica e aggiungi i tuoi dati).

Ricordati che protestare, gridare e quant'altro non serve a nulla se non magari a risolvere la situazione di pochi precari. Noi abbiamo scelto la via per risolvere la situazione di tutti i precari italiani: diventare un partito politico e andare nella stanza dei bottoni. AIUTACI A DARTI UN FUTURO. Unisciti a noi e lavora con noi. Insieme possiamo cancellare una volta per sempre il lavoro precario.

Grazie per l'attenzione

Lo staff di Aboliamo il lavoro precario

PS

Se vuoi contribuire alla crescita del movimento leggi qui: TAPPEZZIAMO L'ITALIA



domenica 28 novembre 2010

TAPPEZZIAMO L'ITALIA

Questo messaggio è rivolto a tutti coloro che vogliono aiutarci ad unire tutti i precari d'Italia in un unico movimento che diventi infine un partito politico che possa mandare in Parlamento lavoratori precari come suoi rappresentanti che abbiano come obiettivo principale quello di eliminare il lavoro precario e ridare dignità a tutti i lavoratori italiani schiavizzati da questa tipologia contrattuale, ed inoltre di riportare l'Italia ad essere una nazione in cui non bisogna più vergognarsi di vivere.

Per fare questo però dobbiamo staccare il culo dalle sedie e scendere nelle vie delle nostre città in modo da promuovere il nostro movimento. Perciò abbiamo pensato ad un primo test per il nostro gruppo, in cui potremo vedere effettivamente su quante persone possiamo contare.

Quello che chiediamo a tutti i membri del gruppo è semplicemente di stampare le immagini sotto linkate e di affiggerle o distribuirle nei luoghi in cui c'è maggiore concentrazione di gente approfittando delle spese per i regali di Natale. Tutto questo dalla prima all'ultima settimana di Dicembre.

Infine documentate il vostro lavoro con una o più fotografie e inviatecele ad aboliamolavoroprecario@gmail.com.

Le immagini sono in formato PDF (scaricare Acrobat Reader per aprirle) e in A4 (o in A3 se in fase di stampa adattate l'immagine ad un foglio A3). Non è obbligatorio stamparle a colori. L'importante è affiggerla in quanti più luoghi possibile nella vostra città in modo che possano essere viste da più gente possibile.
Una volta attaccati o distribuiti i manifestini mandate un'email alle diverse agenzie di stampa corredandola con le foto che avrete fatto. Di seguito i volantini (cliccaci sopra per scaricarli)

(1)Via (2)Attività ricreative (3)Catene (4)In attesa del posto fisso (5)Elimina te (6)Famiglia (7)Fantasma sociale (8)Scadenza (9)Partiti (10)Senzatetto (11)Soldi (12)Tratta degli schiavi (13)Vendesi

ALCUNI PUNTI DEL NOSTRO PROGRAMMA


1) Abolizione di tutte le tipologie di lavoro precario (tranne quei lavori per cui la stessa natura è a tempo determinato, come ad esempio i bagnini, i lavoratori nel settore turistico, ecc). Abolizione della legge 30 sul lavoro e successive modifiche con ripristino dei diritti dei lavoratori a prima del pacchetto Treu (Legge167 del 1997) - Post del 26/11/2009

2) Politica di defiscalizzazione a fasce di incremento (rispetto ai tempi, alla quantità di investimenti e al numero di lavoratori assunti) per tutte le società che assumono ed investono in Italia. Valorizzazione dei prodotti completamente made in Italy (progettati con merce non d'importazione e fabbricati in Italia nel rispetto delle regole sul lavoro).

3) Ritorno ad una politca sociale vera con raddoppio dei tempi della CIG pet tutti i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, causa fallimento anzienda, e hanno superato i 50 anni. Aumento dei fondi per il sostegno alle famiglie (forte incremento degli assegni familiari già per il primo figlio), asilo nido gratuito se entrambi i genitori lavorano, assegni di mantenimento alle famiglie di basso reddito e/o a quelle numerose.

Per poter attuare una politica di cui sopra, senza cadere nella demagogia, è necessario recuperare un gran quantitativo di fondi. Questo è possibile solo se si tagliano altre spese e quelle che noi vogliamo tagliare sono solo quelle per il mantenimento della classe politica:

4) Forte decremento del rimborso pubblico ai partiti (minimo 50%). Forte decremento degli stipendi di tutti i politici a tutti i livelli (locale, provinciale, regionale e nazionale). Eliminazione delle Provincie e della classe politica ad essa legata. Aumento della tassazione dei guadagni provenienti da speculazioni finanziarie dal 12,5% ad un minimo del 20%. Una seria politica di controllo fiscale (senza la quale non è possibile abbassare le tasse) con maggiori risorse ai controllori e forte incremento delle pene per i grandi evasori - post del 15 febbraio 2010

5) Battaglia contro il lavoro nero e la corruzione a tutti i livelli. Enorme incremento dei controlli ( con assunzione di personale formato e da formare). Forte incremento delle pene derivanti da tali reati (corruzione, concussione, ecc.) con 41 bis anche per i ladri che non vogliono collaborare alle indagini. Post del 19 febbraio 2010

6) Introduzione dei referendum locali per l'approvazione delle grandi opere sul territorio (decide chi ci vive!) Vedi TAV o Ponte sullo stretto, ecc.

7) Stop senza se e senza ma a qualsiasi ipotesi di reintroduzione dell'energia nucleare in Italia e maggiori investimenti per lo sviluppo, la commercializzazione e la diffuzione delle fonti di energia rinnovabile (solare, eolico, ecc.) e di trattamento dei rifiuti ad impatto zero (riciclaggio, trattamento meccanico biologico, ecc.)

Questi alcuni punti del nostro programma. Punti che vi promettiamo solennemente di realizzare se solo ci darete l'opportunità di farlo.

Clicca qui se vuoi unirti a noi! Ricordati che noi siamo lavoratori precari esattamente come te e che solo chi vive ogni giorno sulla sua pelle, come noi, questa bestemmia può veramente lavorare affinchè venga eliminata una volta per sempre.

Grazie per l'attenzione
Lo staff di Aboliamo il Lavoro Precario
aboliamolavoroprecario@gmail.com

mercoledì 17 novembre 2010

CONTINUIAMO LA LOTTA CONTRO IL LAVORO PRECARIO

Buongiorno,

Dopo la pausa forzata (solo via internet) causa disabilitazione account Facebook e impossibilità di gestire i gruppi “NUOVO PARTITO CONTRO IL LAVORO PRECARIO 1 e 2” , grazie alla nostra testardaggine e alla conseguente riattivazione dell’account di FB, possiamo finalmente riprendere il lavoro da dove l’avevamo lasciato.

Innanzi tutto ci preme spronare tutti voi a far crescere questo movimento contro il lavoro precario. Non ci stancheremo mai di chiedervi la cortesia di girare i nostri link (blog, forum, e-mail) a tutti coloro che conoscete e di chiedere a tutti i vostri contatti FB di iscriversi al nostro gruppo “NUOVO PARTITO CONTRO IL LAVORO PRECARIO 2”.

(il primo dopo un lungo lavoro siamo riusciti a portarlo sotto i 5000 iscritti che è il limite massimo stabilito da FB per permettere l’invio di e-mail dagli amministratori a tutti i membri).
Riuscire a coinvolgere il maggior numero di persone è assolutamente necessario se vogliamo veramente riuscire nell’intento che il gruppo si propone.

Ricordiamo a tutti gli iscritti, infatti che questo non è un semplice gruppo FB. Questo gruppo è l’anticamera di un movimento che vuole diventare partito politico e vuole mandare i suoi rappresentanti in Parlamento in modo da lavorare per eliminare una volta per tutte il lavoro precario. Eliminare e non diminuire o rendere meno presente o alleggerire ma semplicemente cancellarlo una volta per tutte dal nostro ordinamento legislativo.

E questo è possibile, cerchiamo di capirlo tutti, solo agendo politicamente. Scioperi, manifestazioni, proteste possono servire a sensibilizzare una parte della cittadinanza al problema, ma a conti fatti non sono mai serviti a risolvere il problema; ed infatti il precariato è più vivo che mai e continua a produrre lavoratori schiavizzati quanto e più di prima.

Ecco perché il nostro scopo è quello di diventare una forza politica rilevante (e se riusciamo ad unire tutti i precari, e tutti coloro che vogliono abolire il precariato, in un unico movimento, i numeri sono a nostro favore), mandare i nostri rappresentanti in Parlamento e costringere qualunque forza volesse un accordo di governo con noi ad abolire il precariato prima di qualsiasi nostra adesione.

Oggi siamo in periodo pre-elettorale e da tante voci si comincia a sentire parlare di lavoro e di precarietà e della necessità di abolire questo abominio. Ma possiamo credere alle voci di coloro che facevano parte dei partiti che l’hanno invece creato il precariato? Possiamo credere che veramente una volta eletti questi uomini, di destra o di sinistra o di qualunque altro partito che siano, si impegneranno veramente ad eliminare il precariato?

L’esperienza e la storia, ci dicono fortissimamente no! Non credete a questi farabutti. Che si presentino con vesti nuove (nuovi partiti) e con sorrisi sfavillanti e parole lusinghiere verso i lavoratori. Non credeteci perché non aspettano altro che di fottere i voti di tutti noi precari per andare al potere e poi fregarsene di tutti i precari e dei lavoratori in genere e continuare a fare la vita da privilegiati, quali essi sono.

Solo un movimento, un partito, fatto in maggioranza da precari o da gente che vuole fortissimamente eliminare il precariato avendolo vissuto sulla sua pelle, può veramente cancellare questa bestemmia legislativa che ci rende tutti schiavi.

Chiedetevi: “può gente che guadagna 10.000/15.000 euro al mese comprendere cosa significa passare una vita da precario? Può capire l’umiliazione, la sofferenza, l’incapacità di provvedere ai bisogni della propria famiglia, l’instabilità perenne di una vita che non può programmare nulla?”. No non può. Solo voi precari potete veramente cancellare il lavoro precario. SOLO VOI CHE VIVETE IL PRECARIATO POTETE ELIMINARLO UNA VOLTA PER SEMPRE. E allora vi chiediamo di unirvi a noi, affinché si diventi quanto prima migliaia, centinaia di migliaia, milioni in modo finalmente da riuscire a far tornare il lavoro un mezzo che ci permetta di pensare serenamente al futuro.

Scriveteci e rendetevi disponibili a lavorare con noi. Noi soli possiamo comprendervi e aiutarvi, perché noi siamo precari come voi.

Clicca qui se vuoi registrarti come nostro sostenitore (consigliamo a tutti di farlo visto che non sappiamo ancora per quanto FB ci consentirà di gestire i nostri account). I dati saranno visibili solo a noi nel rispetto delle leggi sulla privacy.

Grazie per l’attenzione
Lo staff di
Aboliamo il Lavoro Precario
aboliamolavoroprecario@gmail.com

PS
Se volete sapere qualcosa in più sul movimento vi consigliamo di leggere e di far leggere i vecchi post del nostro blog (come ad esempio: http://aboliamolavoroprecario.blogspot.com/2010/07/la-saggezza-dellantica-cina.html).

martedì 26 ottobre 2010

NON SIAMO MORTI

Buongiorno a tutti,

anche se è da tempo che non scriviamo sul forum e non andiamo su Facebook (sopratutto dopo la soppressione dell'account di Vittorio - aboliamolavoroprecario - che garantiva l'amministrazione del gruppo "Nuovo partito contro il lavoro precario", non siamo rimasti con le mani in mano (come da sempre andiamo dicendo e scrivendo).

Abbiamo infatti lavorato per unire quante più persone e/o gruppi intorno a questo progetto di un nuovo partito che abbia come scopo principale l'abolizione del precariato (e tanto altro come scritto nei post precedenti).

Abbiamo, cioè, già intrapreso la strada che ci porterà a diventare un vero e proprio partito.

I tempi non saranno brevissimi, ma siamo riusciti a raccogliere attorno al nostro progetto diverse personalità (per ora non possiamo fare nomi) che sono solidali con noi e che procederanno insieme a noi in questo percorso.

A fronte di ciò chiediamo a tutti coloro che ancora sono interessati a partecipare attivamente, anche come rappresentanti locali del futuro partito, di farsi vivi via email scrivendo ad aboliamolavoroprecario@gmail.com.

Il prossimo passo sarà quello di organizzare una riunione generale tra tutti i rappresentanti di questi gruppi da farsi entro i prossimi mesi. Dopo di ciò potremo finalmente fondare tutti insieme il partito.

Vi diciamo ancora una volta di avere fiducia in noi e sopratutto di aiutarci girando il nostro progetto e i nostri link a quante più gente possibile.

Ricordiamoci che fino a quando esisterà il precariato non sarà possibile una vita lavorativa decente, un presente e un futuro dignitosi.

Oggi avete la concreta possibilità di aiutarci a cancellare una volta per sempre questa piaga dall'ordinamento legislativo italiano.

Vi aspettiamo!

Per unirti a noi clicca qui, e una volta dentro ACCEDI NELL'AREA PUBBLICA e AGGIUNGI i tuoi dati al nostro database. Ti aggiorneremo così sulle nostre iniziative e sul percorso che ci porterà a diventare un vero e proprio partito.


lo Staff di
Aboliamo il lavoro precario
aboliamolavoroprecario@gmail.com

Cosa può fare un lavoratore precario?