venerdì 19 febbraio 2010

IL COSTO DELLA CORRUZIONE

Buongiorno,


Iniziamo con le segnalazioni:


visto che alcuni di voi ce lo chiedevano, abbiamo subito creato un Forum in cui tutti noi possiamo discutere di precariato, del nostro progetto politico, dare suggerimenti, fare proposte e leggere anche i post del nostro blog e magari commentarli e varie altre cose. Dato che questo forum, quando saremo pronti, verrà in futuro usato per l’organizzazione territoriale del partito (FB infatti è ottimo per contattare gente ma non è adatto a questo scopo) vi consigliamo di iscrivervi in modo da prendere familiarità con gli strumenti presenti in esso e soprattutto vi consigliamo di usarlo: qui il link: http://aboliamoprecariato.8forum.net/forum.htm


Non dimenticate inoltre in questo blog ci sono strumenti atti a permettere a quante più persone di conoscere il nostro progetto e sostenerci. Come il Widget che troverete a destra della pagina, che è un oggetto che può essere con un semplice click condiviso nelle vostre bacheche di Facebook, o altri social forum, o installato sui vostri siti web, in modo da tenervi sempre aggiornati sui nostri post. Allo stesso scopo abbiamo aggiunto un feed (RSS) che può essere usato sempre per leggere i nostri post su un qualsiasi aggregatore di feed.


Passiamo ora al post di oggi:


visto che questa settimana l’argomento principale trattato dai media sono gli intrecci di malaffare tra la Protezione Civile e diversi imprenditori ad essa legata, vorremmo anche noi, uscendo un attimo dall’argomento che più ci interessa, cioè il precariato, discutere più in generale di Corruzione e di quello che questa piaga significa per l’Italia e gli italiani.


Parliamo di cifre: secondo la Corte dei conti la corruzione in Italia ci costa ogni anno dai 50 ai 60 miliardi di euro (in vecchie lire 100.000/120.000 miliardi ogni anno). 50/60 miliardi di euro che potrebbero essere investiti per risolvere tante delle problematiche che interessano i cittadini comuni. Pensiamo ad esempio alla costituzione di un fondo di garanzia per tutti quei lavoratori che perdono il posto di lavoro causa chiusurao della propria azienda o per tutti i precari che non vengono più riconfermati o per investimenti nella scuola pubblica o nella sicurezza o nella sanità, ecc.


Ma perché la corruzione ci costa tanto? Semplicemente perché da noi spesso le opere pubbliche (come evidenziato nelle intercettazioni riferite agli appalti delle opere urgenti segnalati dalla Protezione Civile) costano molto di più che all’estero e questo perché gli imprenditori per potere farsi assegnare i lavori di un’opera pubblica spesso pagano o sono costretti a pagare i politici che di queste opere pubbliche sono i garanti. Così accade che da noi ad esempio, 1 km di autostrada costa mediamente 4 volte di più che in Francia o Germania (avete letto bene 4 volte).Se parliamo poi di Alta Velocità la spesa per le nuove linee si attesta a cifre 3-4 volte superiori a quelle di Francia e Spagna.


Il fenomeno, lungi dall’essere stato bloccato da quel grande evento che fu Mani Pulite, è in costante aumento, tanto che sempre la Corte dei conti ha evidenziato nel 2009 una crescita del 229% rispetto ai dati del 2008.


Perché questo accade? Perché l’Italia è al 63° posto tra le nazioni virtuose in fatto di corruzione? Semplice, perché in Italia i corrotti non vengono puniti. Se ad esempio prendiamo a paragone una nazione come gli USA dove chi viene scoperto con le mani in pasta, oltre a subire un linciaggio sociale che gli renderà praticamente impossibile potere occupare in altro ambito la stessa posizione governativa o lavorativa, viene punito con pene severissime. Basti vedere come si è concluso il caso Madoff: ex re di Wall Street che con le sue speculazioni aveva ingannato migliaia di risparmiatori americani e che una volta scoperto è stato subito accusato e dopo il processo condannato a 150 (centocinquanta) anni di carcere. E stiamo parlando di una persona di 71 anni.


Da noi invece abbiamo i furbetti del quartierino e tanti amici politici, fatti scarcerare (o mai andati in galera) grazie all’indulto. O Calisto Tanzi uno degli artefici del crac Parmalat, che con la complicità delle banche ha mandato sul lastrico migliaia di risparmiatori italiani, che oggi possiamo tranquillamente vedere libero e addirittura ancora impegnato in affari imprenditoriali con nuove società. Ma l’elenco sarebbe infinito e includerebbe tantissimi politici ai più alti livelli di governo ma anche tantissimi che ora sono all’opposizione. Insomma come dice il detto: “il più pulito ha la rogna”. La questione è che anche dovessero essere puniti, questi corrotti rispetto alle attuali norme, praticamente non andrebbero nemmeno in galera. Sono infatti ridicole le pene che oggi puniscono corrotti e corruttori.


Il problema è che gli italiani non comprendono i danni sociali che la corruzione causa loro. Perché se viene pagata una mazzetta per un’opera pubblica, quell’opera pubblica ovviamente costerà più del dovuto dato che l’imprenditore dovrà sopportare oltre ai costi di progettazione, materiale, forza lavoro e quant’altro anche quelli della mazzetta data al politico. Ma le opere pubbliche vengono pagate con i soldi dello Stato e lo Stato i soldi li prende dalle nostre tasse. Ergo alla fine chi paga sono tutti i cittadini. Ed inoltre pagano solitamente per opere scadenti, dato che l’imprenditore, proprio perché sa che quell’opera gli verrà sicuramente assegnata utilizzerà materiale non idoneo o farà progetti veloci e non conformi in modo da risparmiare anche sui costi e poter ricavare il maggiore profitto possibile perché sa bene che nessuno mai verrà a controllare il suo operato (e qui non citiamo esempi perché ci vorrebbero centinaia e centinaia di pagine per contenerli tutti).


Se non abbiamo servizi a sufficienza, come asili nido comunali o se abbiamo i soffitti delle scuole che cadono in testa agli alunni e li uccidono, o se le forze dell’ordine non possono compiere il loro lavoro perché non hanno i soldi per pagarsi la benzina dei mezzi o per farli riparare quando guasti, o se negli ospedali mancano posti letto, o se le montagne ci franano addosso, o se i governi tagliano gli insegnanti (mandando a casa centinaia di migliaia di precari), tagliano i fondi per le università e per la ricerca, non aumentano le pensioni (ma solo l’età pensionabile), non rinnovano i contratti facendo così incrementare gli scioperi delle categorie e perciò il disagio per tutti gli altri cittadini, ecc. ecc. E’ IN GRAN PARTE COLPA DELLA CORRUZIONE!!!


Per questo noi pensiamo che la corruzione debba essere punita severamente e non debbano esistere escamotage come l’indulto o leggi vergogna che impediscano ai corrotti una volta scoperti di andare in galera.


In questi giorni il governo ha parlato di aumentare le pene per la corruzione. La cosa, se non fosse tragica, ci farebbe ridere a crepapelle. Un governo composto da una grande quantità di pregiudicati condannati proprio per pene derivanti da corruzione, un governo che ha appoggiato l’indulto del 2006 (fatto dalla sinistra ma appoggiatissimo da tutti i partiti tranne, per onore di cronaca, che dall’IdV e dalla Lega), un governo che ha sempre impedito le dimissioni degli uomini indagati per fatti di corruzione se non addirittura per malavita organizzata (vedi Cosentino e Bertolaso), insomma un governo che oggi si sveglia ed esclama a gran voce che farà aumentare le pene per la corruzione è affidabile? Siamo così stupidi da crederci?


Ovviamente le opposizioni non sono da meno. L’UCD che tra le sue fila può vantare diversi condannati per associazione a delinquere e/o favoreggiamento alla mafia (vedi Salvatore Cuffaro). L’IdV che grazie alle indagini di Micromega si scopre piena di uomini legati al malaffare, senza parlare dell’appoggio a De Luca condannato e pluri indagato per favoreggiamento alle cosce napoletane. Del PD è meglio non parlarne (De Luca è un loro uomo) perché il malaffare in quel partito è di casa, esattamente come lo è nel PDL (ricordiamo il caso dei furbetti del quartierino e le indagini sul caso Unipol, Poseidone e Why Not, dell’ex giudice De Magistris e di Clementina Forleo che poi sono stati a forza fatti spostare in altre sedi per altri incarichi, se non addirittura indagati, perché stavano scoperchiando pentole molto bollenti che coinvolgevano uomini dell’opposizione, all’epoca al governo, ai più alti incarichi, vedi Prodi, D’Alema, Fassino e tanti altri). Insomma come già scritto il più pulito ha la rogna.


E’ per questo che noi andiamo ripetendo e sempre lo ripeteremo che dobbiamo smetterla di votare questi partiti se vogliamo veramente cambiare questo Paese. Ed è per questo, oltre che per l’abolizione del precariato, un punto imprescindibile dal nostro movimento politico, che chiediamo a tutti voi di aiutarci a fare crescere il gruppo, di parlare di noi a tutti coloro che conoscete, di lavorare affinché si creino gruppi di supporto al nostro movimento nelle vostre cittadine e di sostenerci aiutandoci a migliorare il migliorabile con i vostri suggerimenti, le vostre proposte e anche le vostre critiche. Perché solo se riusciremo in questo progetto, solo se avremo l’appoggio di tutti i precari italiani e di tutti coloro che considerano il precariato una bestemmia, potremo finalmente eliminare questa vergogna dall’ordinamento legislativo italiano e se ce ne sarà data l’opportunità anche rimettere a nuovo questo Paese ormai sprofondato nei meandri più cupi della corruzione e del malaffare.


Per unirti a noi clicca qui, e una volta dentro ACCEDI NELL'AREA PUBBLICA e AGGIUNGI i tuoi dati al nostro database. Ti aggiorneremo così sulle nostre iniziative e sul percorso che ci porterà a diventare un vero e proprio partito.


Grazie per l’attenzione

Lo Staff di

Aboliamo Lavoro Precario

aboliamolavoroprecario@gmail.com



lunedì 15 febbraio 2010

DIVENTARE LEADER PER PROMUOVERE LE PROPRIE IDEE

PREMESSA:
E' curioso notare come il genere umano reagisce di fronte all'abisso, alla fine. C'è chi la prende con filosofia e sapendo (o credendo) di non potere fare nulla, stoicamente continua ad andare avanti verso la fine (anzi questo tipo di persone spesso l'accelerano la fine). C'è chi trova la cosa divertente (probabilmente a causa di pulsioni masochiste represse) e addirittura ci scherza e ride sopra. C'è infine chi si dispera, gridando, infuriandosi, piangendo, lamentandosi della propria misera situazione. Tutte e tre le categorie hanno una cosa in comune però:
NESSUNA DI QUESTE FA NULLA PER CERCARE DI EVITARE DI CADERE NELL'ABISSO.
C'è però una quarta categoria di persone, meno diffusa. Sono quelli che non si rassegnano. Sono quelli che reagiscono e cercano di smuovere gli altri a fare altrettanto. Quelli che nonostante tutti i pronostici siano contrari a loro continuano insistentemente a lottare per evitare la fine. Quelli che si organizzano, che cercano soluzioni, che non si deprimono.
QUELLI CHE IN DEFINITIVA NON ACCETTANO LA FINE E FANNO DI TUTTO PER EVITARLA.

Ognuno di voi ora si chieda: A QUALE CATEGORIA IO APPARTENGO?

Buongiorno,
Iniziamo il comunicato settimanale complimentandoci con tutti coloro che fino ad ora hanno lavorato per far crescere il gruppo. A distanza di poco più di una settimana, infatti, siamo cresciuti di quasi 400 iscritti. Grazie a tutti e continuate così (ci scusiamo se non facciamo nomi, ma siete veramente in tanti).

Due piccole info:

1) Abbiamo leggermente modificato le impostazioni del blog inserendo uno script in PDF che riassume le nostre intenzioni (quello che in precedenza era il post fisso del blog). Questo in modo da pubblicare settimanalmente i nostri comunicati sottoforma di post (quelli che prima inserivamo solo come link di e-mail inviate al gruppo, che comunque potrete ancora trovare in basso alla pagina web e che saranno utili a coloro che, iscritti da poco, vorranno conoscere il contenuto dei precedenti messaggi inviati al gruppo) in modo da rendere il blog meno statico.

2) Abbiamo inserito nel sito, nella colonna a destra, un widget che può essere, con un semplice click, facilmente importato o nelle bacheche di FB o nei vostri blog o in generale nei vostri siti web o, per i sistemi operativi che lo permettono, anche sul desktop del vostro pc. In pratica grazie a questo widget potrete vedere gli aggiornamenti dei post e farli vedere a chiunque visiti il vostro sito. Vi esortiamo perciò ad installarlo quanto prima dove riterrete opportuno in modo da rendere il nostro movimento sempre più visibile a tutti coloro che ancora non fanno parte del gruppo FB.

Oggi parleremo di un argomento che sta a cuore a molte persone che ci inviano e-mail chiedendoci come mai non siamo ancora partiti con l’organizzazione territoriale del movimento.
Come già specificato diverse altre volte nei passati comunicati (e-mail al gruppo, note e post in bacheca) uscire ufficialmente oggi potrebbe mettere in serio pericolo il movimento. Questo perché nonostante come gruppo FB siamo relativamente numeroso, per quanto ci auguriamo che nel nostro caso non sia così, l’esperienza ci insegna che solo 1/10 se non addirittura 1/20 di coloro che sono iscritti ad un gruppo, sono veramente interessati a partecipare attivamente all’organizzazione dello stesso.

A causa di questo occorre, prima di una qualsiasi ufficializzazione e uscita in campo, una quantità adeguata di iscritti (50.000/100.000). Solo dopo il raggiungimento di questi numeri potremo organizzare una nostra uscita nelle città, in modo da avere abbastanza attivisti che lavorino nel territorio in modo da farci conoscere a tutti coloro che non usano internet e/o Facebook (e in Italia sono tantissimi).

Questo non significa che ognuno di noi non possa parlare del movimento, girare i link del movimento e far conoscere il movimento a chi ritenesse opportuno, anzi. Prima diffondiamo il nostro progetto politico prima saremo capaci di raggiungere i numeri richiesti per ufficializzarci.

Un altro argomento strettamente legato al precedente è la questione del leader. Come già scritto in passato nessuno del comitato promotore di questo progetto politico si è riservato posti o poltrone rispetto a tutti gli altri membri. Siamo però consci che l’essere umano, in quanto animale sociale, ha la necessità di riferirsi a dei leader, a delle figure, appunto, di riferimento. Ma chi o che cosa è un LEADER?
Un leader non è nient’altro che una persona come tutti noi che ha, rispetto ad altre persone, un carisma e perciò un seguito, maggiore; è in definitiva colui che si ritiene leader e che ne incarna le modalità. Come ad esempio gestire dei gruppi o darsi da fare nell’organizzazione di eventi atti a svegliare le coscienze (volantinaggi, cortei, manifestazioni in generale) e che per questo suo agire viene appunto seguito da altre persone che appunto si fidano di lui.

Ritornando al primo argomento, oggi, dato che i numeri non ce lo consentono, piuttosto che ufficializzare il movimento e le persone che ne fanno parte, potrete tutti voi (o coloro che si ritengono tali) diventarne leader in modo “ufficioso”. Cosa significa? Semplicemente lavorare nel proprio territorio in modo da creare gruppi di supporto al nostro movimento (che diffondano il manifesto del movimento o i suoi comunicati o i suoi link). Chiunque sia in grado di farlo e lo voglia fare potrebbe iniziare a parlare di noi ai suoi amici/parenti/conoscenti per magari discutere su ciò che vogliamo fare. Potrete incontravi a scadenze prefissate e magari elaborare un programma da inviarci in modo che lo si possa discutere tutti insieme. Potrete elaborare idee e nuove modalità d’azione. Potrete insomma, se lo vorrete, diventare leader del vostro gruppo in modo che, una volta raggiunti abbastanza iscritti al gruppo, quando si deciderà di ufficializzare il movimento, sarete già pronti.

E’ importante, infatti, non limitare l’iscrizione al gruppo ad un mero fatto virtuale. Come spesso già scritto, noi siamo su internet e in particolare su FB solo perché è il metodo più veloce per farci conoscere e raccogliere adesioni e consensi. Ma state tutti sicuri che appena i numeri ce lo permetteranno (e questo dipende dal lavoro di tutti noi), usciremo da internet e invaderemo le città e prima o poi raggiungeremo il nostro scopo che è quello di creare un partito politico che vada in Parlamento per eliminare il lavoro precario dall’ordinamento legislativo italiano (e se saremo veramente in tanti anche tante altre cose).

Per conto nostro (quello che illegittimamente possiamo chiamare comitato promotore) noi stiamo già lavorando in questo senso e se ce lo permetterete lavoreremo insieme a voi e cercheremo di darvi gli strumenti che ci richiederete nei limiti del possibile (materiale per promuovere il gruppo e quant’altro). A fronte di questo abbiamo pensato che quando riusciremo a raggiungere un numero di iscritti al gruppo FB, intorno ai 10.000/15.000, per tutti coloro che hanno lavorato come “leader” e che possono parlare in rappresentanza di un loro gruppo, potremo organizzare un piccolo incontro in via “ufficiosa” in modo da conoscerci, parlarci, confrontarci e organizzarci al meglio nell’attesa di raggiungere i numeri che ci permetteranno di ufficializzarci.

Prima di questo però vi chiediamo fiducia (ricordatevi che siamo, o siamo stati per tanti anni, precari come tutti voi) e per quanto vi sarà possibile lavoro per far crescere il gruppo.

Vi ringraziamo dell’attenzione

Lo staff di
Aboliamo Lavoro Precario
aboliamolavoroprecario@gmail.com
http://aboliamolavoroprecario.blogspot.com
http://www.facebook.com/group.php?gid=222018724407

UN PROGRAMMA PER CREDERCI, TAGLIARE I COSTI DELLA POLITICA

Buongiorno a tutti i membri, vecchi e nuovi di questo gruppo. Ci fa molto piacere constatare che il gruppo è arrivato a crescere a ritmo di circa 250 persone a settimana grazie all’aiuto e al lavoro di molti di voi.

Oggi vorremmo discutere dell’argomento PROGRAMMA. Molti di voi infatti ci scrivono sottolineando il fatto che come movimento politico non siamo credibili perchè non abbiamo un programma, un modus agendi, un percorso politico. Vorremmo ancora una volta specificare che ad oggi l’unico nostro programma è, e lo sarà fino al raggiungimento dell’obiettivo, l’eliminazione delle leggi che permettono il lavoro precario dalla legislazione italiana.

Se e quando riusciremo ad cancellare questa vergona potremo, tutti noi, poi rivolgere la nostra attenzione ad altre problematiche che assillano i lavoratori italiani. E non ci smetteremo mai di ricordare a tutti voi che potremo farlo solo quando riusciremo ad unire tutti i lavoratori precari (o una gran parte) in questo movimento politico. 6.000.000 di lavoratori precari (tanti sono stimati attualmente. Altre stime parlano di 3.500.000) che se uniti potrebbero fare qualsiasi cosa. Ricordatevelo QUALSIASI!!!

In realtà oggi il partito NON ESISTE. O meglio è solo allo stato embrionale. Oggi l’unico nostro (e vostro) lavoro è quello di raccogliere consenso e quanti più lavoratori precari (e non) intorno a questo progetto politico. Il movimento uscirà da internet solo quando avremo uniti a noi una grandissima parte di persone che ci sosterranno. Farlo prima sarebbe un suicidio organizzativo e politico. Per questo scriviamo spesso che bisogna avere pazienza e sopratutto bisogna lavorare insieme a noi per far crescere più possibile il gruppo. Prima saremo in tanti prima potremo agire.

Ritornando alle problematiche che potremo, se ce ne sarà data la possibilità, affrontare e magari risolvere in futuro, quali potrebbero essere e come risolverle? Una delle più preoccupanti è oggi ad esempio un welfare del lavoro debole; cioè un’assistenza sociale che non copre milioni di lavoratori che per esempio negli ultimi mesi hanno perso il lavoro. A metà 2009 si calcolavano circa 3.200.000 lavoratori senza nessuna tutela (senza cassa integrazione, senza assegno di disoccupazione, ecc) e non è un caso che una grande parte di questi erano lavoratori precari.

Ad oggi, visto l’incremento della crisi, i lavoratori che non godono di alcuna assistenza sono notevolmente aumentati. Come fare allora per garantire anche a loro una tranquillità sociale per un tempo abbastanza lungo fino a quando, cioè, non gli sia possibile trovare un altro lavoro? Dove reperire i fondi per farsi carico di queste spese assistenziali utili a coprire anche le fasce più deboli ed esposte del mondo del lavoro? Noi un’ìdea ce l’avremmo e a costo di apparire noiosi vorremmo esporre alcune cifre:

Consideriamo i costi del welfare lavorativo (tra cassa integrazione e assegni di disoccupazione). Tenendo presente che vengono in parte finanziati dagli stessi lavoratori e delle aziende che ne usufruiscono (grazie ad un contributo in busta paga tra l’1,6 e il 2,4 per cento per i sussidi ordinari e all’1,2 destinato alla CIG), considerando il tasso attuale di disoccupazione (oggi è all’8,5%) e i costi assistenziali che esso comporta (circa 8/10 miliardi di euro all’anno), se si volesse ad esempio estendere tale sussidio ai lavoratori che attualmente non ne godono, la cifra necessaria per coprire tali costi si stima raggiungerebbe i 15/16 miliardi di euro annui.

Avremo perciò la necessità di reperire circa 6-8 miliardi di euro. Dove prenderli? Alcuni economisti hanno suggerito come tale manovra possa essere interamente finanziabile grazie ad un’aumento dei contributi da portare al 3,3% sulle buste paghe dei lavoratori. Dal canto nostro pensiamo che si possa risolvere il problema senza ridurre ulteriormente gli stipendi dei lavoratori (che sono già tra i più bassi d’Europa superati anche dalla Grecia e dalla Spagna). Ma allora dove reperire il denaro?SEMPLICE TAGLIANDO DRASTICAMENTE I COSTI DELLA POLITICA, dove nessun partito mai farà assolutamente nessun taglio (E SOTTOLINEAMO NESSUN PARTITO) dato che starebbe a significare una diminuzione degli introiti (e dei benefici di cui godono) che è l’unica ragione per cui ancora esistono e grazie alla quale possono spadroneggiare, nonostante in Italia sia evidente un enorme distacco tra i cittadini e il mondo politico.

Parliamo di cifre reali (e non delle solite email fake che girano su internet): Oggi il mantenimento della Camera e del Senato tra stipendi dei deputati, pensioni, strutture, personale, ecc. ecc. costa a noi tutti cittadini € 2.245.358.429,67 (4.347.620.166.617,13 tradotto in lire cioè QUATTROMILATRECENTOQUARANTASETTE E ROTTI MILIARDI DI LIRE) ogni anno con un incremedio medio del 3% annuo.Se volete conoscere in dettaglio tali costi qui i link ufficiali (e non):

-Trattamento economico deputati
-Costi mantenimento Camera (bilancio 2007-PDF)
-Costi mantenimento Senato (bilancio 2007-PDF)

Questo solo Camera e Senato. Se invece verifichiamo i costi dell’interoo apparato partitico italiano, tradotto in cifre tra stipendi, rimborsi , pensioni, benefit, ecc. questo ci costa circa 4/4,5 miliardi di euro ogni anno cioè 8000/9000 miliardi di vecchie lire ogni anno. Altri costi esosi sono poi quelli del mantenimento dell’apparato burocratico delle provincie (enti pressochè inutili che da soli costano all’anno circa 17 miliardi di euro) il finanziamento pubblico ai partiti (che nonostante un referendum sulla loro abolizione nel 1993 abbia stravinto con il 90,3% di consensi a favore per l’abolizione, questi sono stati reintrodotti sotto forma di rimborso elettorale) che ci costerà fino al 2013 (anno di fine legislatura) circa 1,8 miliardi di euro, ecc., raggiungiamo un tetto di spesa intorno ai 22 miliardi di euro annui (cioè circa 44 mila miliardi di vecchie lire).Eliminando (o riducendo drasticamente) i rimborsi elettorali (dando finalmente giustizia alla volontà espressa dagli italiani nel referendum del ’93) potremmo risparmiare già 1 o più miliardi di euro in cinque anni, Se poi si eliminassimo le provincie si stima un risparmio di circa 14/15 miliardi di euro (impossibile azzerare completamente la spesa), mentre magari dimezzando i costi di Camera e Senato potremo risparmiara altri 2 miliardi di euro.

Fatti i conti ogni anno se attuata tale politica di taglio alle spese e ai rimborsi dei partiti i cittadini italiani potrebbero risparmiare intorno ai 15/16 miliardi di euro (cioè oltre 30 mila miliardi di vecchie lire). Meno della metà di questa cifra (che ripetiamo si risparmierebbe ogni anno) potrebbe servire a finanziare un’assistenza sociale più lunga e per tutti i lavoratori che perdano il posto di lavoro per un periodo certamente superiore agli attuali 8 mesi che viengono coperti dagli assegni di indennità di disoccupazione (12 per coloro che hanno superato i 50 anni) in attesa di trovare un nuovo lavoro. Il resto potrebbe essere usato ad esempio per finanziare la scuola PUBBLICA, gli asili nido COMUNALI, gli ospedali PUBBLICI con strutture da rinnovare, ecc. ecc.

Come vedete non siamo un movimento politico vuoto, ma abbiamo molto chiare le idee sul percorso che vogliamo affrontare e sul come e cosa dobbiamo affrontare. Oggi ci siamo sbilanciati su un possibile nostro programma solo perchè molti di voi ce l’hanno chiesto.

Ma ATTENZIONE: non siamo ancora pronti. Siamo ancora troppo pochi. Per poter eliminare il lavoro precario e poi attuare una politica come sopra mostrato dobbiamo essere milioni e dobbiamo essere tutti convinti fin dentro il nostro midollo di quello che vogliamo fare e sopratutto di riuscire a farcela.

E non abbiamo ancora parlato di lotta all’evasione fiscale e controlli incrociati sui beni di lusso o una tassazione adeguata dei guadagni derivanti da speculazioni in borsa (oggi tale tassazione è del 12,5% e non si capisce perchè non possa essere aumentata per risultare come negli altri paesei della comunità europea) o della lotta al lavoro nero. Si stima che in Italia solo l’evasione fiscale copra una cifra intorno ai 115 miliardi di euro all'anno mentre il lavoro nero come mancato gettito fiscale ci costa circa 33,5 miliardi di euro all’anno.

Totale circa 150 miliardi di euro all’anno cioè 300 mila miliardi di vecchie lire.Immaginate quante cose si riuscirebbe a fare solo con LA META’ di questi soldi. Il nostro Paese potrebbe realmente diventare un Paese moderno se si riuscisse a incassare questi soldi perchè grazie a questa enorme quantità di denaro si potrebbero risolvere tantissimi problemi.Per quanto incredibile (così ci fanno credere), tutto questo può essere attuato solo con la semplice volontà.

Oggi nessun partito ha una reale volontà di risolvere questi problemi semplicemente perchè essi permettono la loro sopravvivenza. Una reale politica dei tagli della spesa del mantenimento dei partiti e del recupero fiscale PUO’ ESSERE ATTUATA. Non è fantascienza economica. Sono cifre reali che possono essere risparmiate, recuperate e usate per fini migliori che non ingrassare i conti dei partiti, solo se voi tutti ci darete la possibilità di arrivare in Parlamento con un grande numero di nostri rappresentanti.

Ricordiamocelo tutti quanti, SE CI CREDIAMO POSSIAMO FARLO. Se non ci crediamo o siamo dubbiosi su questo progetto, non arriveremo mai a nulla. LA VOLONTÀ’ E’ POTERE! E noi abbiamo tantissima volontà e voglia di cambiamento e di trasformare questo povero Paese in un Paese moderno degno di essere in Europa e non come oggi è lo zimbello di tutti gli altri Paese comunitari; a cominciare dalla cancellazione del lavoro precario. Ma abbiamo bisogno del consenso di tutti voi. Del consenso, della fiducia e del lavoro di tutti voi.

Lo staff di
Aboliamo Lavoro Precario

Cosa può fare un lavoratore precario?