martedì 1 marzo 2011

DISCORSO DELLA MONTAGNA AI PRECARI


Poi, sceso con loro, si fermò su un ripiano dov'era gran folla dei suoi discepoli ed una moltitudine di precari, venuta da tutta Italia, dalle città e dalle contrade marittime, per ascoltarlo e per essere guariti dalla loro voglia di cancellare il lavoro precario. Coloro, infatti, che erano tormentati da pensieri di rivoluzione, venivano liberati, e tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una virtù che rendeva mansueti e remissivi. Ed egli sollevando lo sguardo sopra i suoi discepoli, disse:

"Guai a voi, precari, perché vostra è la rassegnazione. Guai a voi, che ora avete fame, perché non sarete saziati. Guai a voi, che ora piangete, perché domani piangerete molto di più! Guai a voi quando i vostri datori di lavoro vi odieranno, vi sfrutteranno e vi licenzieranno, quando proferiranno il vostro nome come infami a causa della vostra voglia di cambiamento! Disperatevi in quel giorno e soffrite, perché non ci sarà nessun TFR. Così infatti i nostri imprenditori tratteranno voi e i vostri figli.

Ma gioite o voi ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Gioite voi che siete sazi, perché non sapete cos’è la fame. Gioite voi, che ora ridete, perché riderete sempre più! Gioite, quando tutti gli uomini diranno bene di voi, perché in tal modo agiscono i precari quando sono soggiogati.

Ma io dico a voi precari che mi ascoltate: amate i vostri datori di lavoro; fate del bene a quelli che vi licenziano; benedite quelli che vi costringono alla povertà; pregate per i vostri sfruttatori. A chi non ti paga le ferie, fai in modo che non ti paghi anche la pensione. A chi non ti paga lo straordinario, non impedirgli di ridurti lo stipendio. Da chiunque chiede, anzi a chi ti toglie il tuo, non lo richiedere. E anche se per questi uomini, voi siete solo merce, non fate lo stesso a loro. Se voi amate quelli che rispettano i vostri diritti sindacali, che merito ne avete? Anche i lavoratori a tempo indeterminato amano i loro datori di lavoro. O se voi fate del bene a quelli che lo fanno a voi, qual merito ne avete? Anche i lavoratori in nero fanno lo stesso. E se prestate a coloro dai quali sperate di ricevere, quale merito ne avete? Anche gli strozzini danno in prestito agli atipici disperati per avere molto di più. Amate, invece, i vostri datori di lavoro, fate del bene, prestate senza sperar niente; allora non riceverete mai la vostra ricompensa; e voi sarete figli della miseria che vi meritate. Siate dunque misericordiosi e sperate, come coloro che sperano che qualcun altro agisca per lui.

Non chiamate in giudizio i vostri datori di lavoro quando non rispettano i vostri contratti precari anche perché a breve la legge non lo permetterà più. Date e non vi sarà dato; vi sarà versata in seno una buona misura di indigenza, pigiata, scossa e traboccante; Poiché sarà usata verso di voi la misura che meritate a causa della vostra mollezza.

Disse loro ancora una parabola: “Un precario può forse fare da guida ad un altro precario? Non perderanno ambedue il loro misero lavoro? Il precario incazzato non è da più di quello rassegnato; ogni precario è perfetto se è come una pecora. Perché osservi i diritti negati di tuo fratello e non scorgi quelli che ogni giorno negano a te? E come puoi dire ad un precario:”Lavoratore permetti che agisca per cancellare il lavoro precario e ridarti la dignità perduta” tu che non hai pagate nemmeno le ferie e la malattia? Ipocrita! Fatti pagare prima le ferie e poi potrai dire agli altri precari che bisogna agire per eliminare il lavoro precario.

"Non c'è precario buono che faccia lavori cattivi, né, al contrario, precario cattivo che faccia lavori buoni; infatti ogni precario si riconosce dalla sua sottomissione. Non si colgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva dai pruni. Il lavoratore precario beneducato dal buon tesoro del suo cuore trae fuori solo rassegnazione mentre il lavoratore precario perverso trae ribellione e cerca di agire per cancellare il precariato, poiché la sua bocca parla di cose impossibili in questa nazione di soggiogati alla miseria”.

Perciò non unitevi ai sovversivi e illusi precari che ancora credono di poter agire per i vostri interessi. Non cliccate qui e non accedete nell’area pubblica e non inserite i vostri dati nel loro database online. Tanto non servirà assolutamente a nulla! Precari senza diritti siete e precari poveri e sfruttati morirete voi e le generazioni che seguiranno in questo Paese di pecore ammaestrate.

Amen!

Lo staff di

Aboliamo il lavoro precario

Cosa può fare un lavoratore precario?