mercoledì 8 dicembre 2010

CORNUTI E MAZZIATI

Che altro scrivere del precariato che non si sa?

Sappiamo che i lavoratori precari sono sfruttati, malpagati, che spesso fanno molte più ore rispetto a quelle che gli imporrebbe il contratto senza che gli vengano pagati straordinari, che spesso eseguono compiti diversi e più gravosi rispetto a quelli specificati nel contratto, che accettano di lavorare senza che vengano applicate le adeguate misure di sicurezza che i loro compiti imporrebbero (non è un caso infatti che proprio tra i lavoratori precari ci sia il più alto numero di morti sul lavoro), che non gli vengono pagate le vacanze perchè quasi sempre i contratti precari iniziano a settembre e finiscono a luglio/agosto (chiedere ai circa 130.000 docenti precari e ai 75.000 precari non docenti impegnati nella scuola), che non hanno potere contrattuale e perciò accettano tutte le angherie dei datori di lavoro che altrimenti non rinnoverebbero loro il contratto, che arrivati ad una certa età (dopo i 45/50 anni) hanno pochissima possibilità che gli venga proposto un altro lavoro dopo la scadenza dell'ultimo contratto a termine, che, infine, non hanno nemmeno la speranza di vivere una vita e un futuro dignitoso.

Oltre questo però abbiamo qualcos'altro che magari non tutti i lavoratori precari conoscevano. Abbiamo la certificazione delle parole che spesso abbiamo usato nei post passati e cioè "se non volete vivere una vita di miseria e povertà..."

Una miseria e povertà che drammaticamente emergono dalle parole del presidente dell'Inps,
Antonio Mastropasqua che nel corso di un convegno ha detto: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati, rischieremmo un sommovimento sociale".

Non il secondino di qualche sede periferica dell'Inps, non un semplice impiegato ma il PRESIDENTE! E se non lo sa lui che la situazione pensionistica dei precari è a dir poco da elemosina chi altro dovrebbe saperlo?

A fronte di questo l'Inps ha inviato 4 milioni di lettere ai parasubordinati, dopo quelle spedite a luglio ai lavoratori dipendenti, per spiegare come consultare on line la posizione previdenziale personale. Per verificare, cioè, i contributi che risultano versati.
Questo perchè non sarà più possibile, per il lavoratore parasubordinato, simulare sullo stesso sito quella che dovrebbe essere la sua pensione, come invece possono già fare i lavoratori dipendenti. Il motivo di questa differenza pare sia stato spiegato da Mastrapasqua proprio con la tragica battuta. Per dire, in altre parole, se i vari collaboratori, consulenti, lavoratori a progetto, co.co.co., iscritti alla gestione separata Inps, cioè i parasubordinati, venissero a conoscenza della verità, potrebbero arrabbiarsi sul serio. E la verità è che col sistema contributivo, i trattamenti maturati da collaboratori e consulenti spesso NON ARRIVERANNO ALLA PENSIONE MINIMA.

Per comprendere quello che attende i precari quando arriveranno all'agognata pensione, vi chiediamo di andare a verificare qual'è la vita degli anziani che vivono con la pensione minima. Se non avete voglia di andare in giro a chiedere vi spieghiamo come fare a riconoscerli:

quando andate ai mercati e vedete che a banco chiuso alcuni anziani raccolgono da terra o addirittura dai cassonetti la merce buttata dai negozianti, perchè marcia o non buona; quelli sono anziani che vivono con la pensione minima.

Quando vedete nelle fila nelle mense dei poveri anziani che aspettano il loro turno per mangiare o nei centri Caritas per procurarsi qualche vestito usato; ecco quelli sono anziani che vivono con la pensione minima

Quando vedete nelle vostre città sfrattare anziani dalle loro case perchè non sono riusciti a pagare l'affitto o il mutuo, e sbattuti nelle periferie delle città in caseggiati popolari a dir poco fatiscenti; quelli sono anziani che vivono con la pensione minima.

Ora pensate solo a questo: SE CONTINUERETE A LAVORARE COME PRECARI LA VOSTRA PENSIONE SARA' PIU' BASSA DELLA MINIMA.

A fronte di questo cos'altro ci vuole a voi precari per farvi muovere il culo? Sapete di essere sfruttati, conoscete le vostre condizioni economiche e lavorative visto che le vivete sulla vostra pelle quotidianamente. Ora sapete anche che una volta anziani vi attende veramente una vita di miseria e povertà visto che l'ha certificato anche il direttore dell'Inps.

Alchè vi chiediamo? Cosa aspettate ad unirvi a noi? Cos'altro aspettate? Volete veramente una vita da barboni? Volete veramente andare a chiedere l'elemosina? Quanto ancora siete disposti a sopportare? Cos'altro vi devono fare per farvi svegliare dal torpore che ammorba il vostro cervello e vi impedisce di reagire?

Noi abbiamo indicato la via. Unire tutti i precari in un movimento politico che abbia come scopo principale quello di andare in Parlamento ed eliminare una volta per sempre la bestemmia del precariato. I numeri sono dalla nostra parte (in Italia ci sono 3.500.000 di lavoratori precari mentre contando tutti i lavoratori in nero si arriva a 6.000.000 ), se solo riusciamo ad unirci possiamo fare quello che vogliamo e ficcarglielo nel culo il precariato a chi l'ha inventato (cioè a tutti i partiti e agli uomini dei partiti attualmente esistenti).

Perciò non smetteremo mai di esortarvi ad iscrivervi nel nostro database in modo da poter lavorare insieme per trasformare questo movimento in partito e poter eliminare quanto prima il lavoro
precario: Clicca qui (Accedi nell'area pubblica e aggiungi i tuoi dati).

Ricordati che protestare, gridare e quant'altro non serve a nulla se non magari a risolvere la situazione di pochi precari. Noi abbiamo scelto la via per risolvere la situazione di tutti i precari italiani: diventare un partito politico e andare nella stanza dei bottoni. AIUTACI A DARTI UN FUTURO. Unisciti a noi e lavora con noi. Insieme possiamo cancellare una volta per sempre il lavoro precario.

Grazie per l'attenzione

Lo staff di Aboliamo il lavoro precario

PS

Se vuoi contribuire alla crescita del movimento leggi qui: TAPPEZZIAMO L'ITALIA



Cosa può fare un lavoratore precario?