giovedì 6 maggio 2010

TRE DOMANDE PER FARE CHIAREZZA

Abbiamo posto tre domande inerenti l'uso dell'uomo carismatico nei partiti e il lavoro precario ai leader di partito che si sono maggiormente distinti nell'ultima campagna elettorale per avere gridato contro la pratica del lavoro precario: Nichi Vendola di Sinistra e Libertà, Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista, Antonio di Pietro dell'Italia dei Valori e Beppe Grillo del movimento 5 stelle.

Nel caso di Ferrero abbiamo posto solo le domande inerenti il lavoro precario dato che RC negli ultimi anni non ha mai basato la campagna elettorale unicamente sul potere carismatico del suo segretario. I campi virgolettati rappresentanono le varianti dell'email rispetto al soggetto a cui veniva inviata.

Di seguito l'email inviata ai quattro leader:


Buongiorno,

Facciamo parte di un movimento che mira all'abolizione del lavoro precario.
Dato che "nome leader" si è più volte espresso contro questa vergognosa pratica vorremo porre delle domande per meglio chiarire qual'è concretamente "la sua/del suo partito/del suo movimento" presa di posizione contro il precariato e fino a che punto "pensa/te" di agire per la sua eliminazione definitiva.


Le domande che le porgeremo (e le risposte che ci verrano date) saranno postate sul nostro gruppo FB (http://www.facebook.com/#!/group.php?gid=222018724407 - che conta circa 3750 iscritti tra cui diversi vostri elettori) e su vari altri ad esso collegati nonchè sul nostro blog: http://aboliamolavoroprecario.blogspot.com

Queste le domande:

Egregio "nome leader"

vorremmo farle alcune domande per meglio conoscere la "sua/vostra" posizione politica nei confronti del lavoro precario. Prima di questo però una domanda sul suo "partito/movimento":

1) Non crede che un "partito politico/movimento" piuttosto che essere incentrato sulla figura del leader carismatico, come dimostra di essere il "partito/movimento" di cui lei è "segretario/leader" debba esserlo sui valori che questo rappresenta? Non pensa che puntare tutto sulla sua persona invece che su un programma che dovrebbe essere espresso dalle molteplici componenti che un "partito/movimento" può manifestare, sia riduttivo ed infine nocivo per lo stesso "partito/movimento"?

2) Parlando di precarietà, lei si è più volte espresso contro questa pratica. Fin dove arriva la "sua/del suo partito/movimento" presa di posizione contro il lavoro precario? "Intende/ te" cioè favorire l’accesso a sistemi di protezione sociale per i lavoratori precari che dovessero perdere il lavoro oppure lavorare per eliminarlo definitivamente dall’ordinamento legislativo italiano?

3) Se nelle prossime elezioni dovesse vincere una possibile coalizione "di sinistra" in cui è presente anche il suo "partito/movimento", la sua componente, certamente non di maggioranza, agirebbe per imporre a questa coalizione di governo la subitanea eliminazione del lavoro precario? Arrivereste anche a minacciare di far cadere la stessa coalizione e perciò un possibile governo se questa linea non dovesse passare oppure no?

In attesa di un subitaneo riscontro cogliamo l'occasione di inviarle i nostri migliori saluti

Lo staff di
Aboliamo il Lavoro Precario

LA RISPOSTA DI PAOLO FERRERO:

NOI SIAMO CONTRO LA PRECARIETA’ NON PER MONETIZZARLA.

NOI NON SIAMO DISPONBILI A PARTECIPARE A GOVERNI CENTRALI CON IL CENTROSINISTRA PERCHE’ NON VE NE SONO LE CONDIZIONI PER CUI IL SECONDO PROBLEMA NON SI PONE.

Poi la nostra richiesta di precisazione:

Vorremo però fare maggiore chiarezza sul secondo punto da lei espresso.
Lei scrive: "NOI NON SIAMO DISPONBILI A PARTECIPARE A GOVERNI CENTRALI CON IL CENTROSINISTRA PERCHE’ NON VE NE SONO LE CONDIZIONI PER CUI IL SECONDO PROBLEMA NON SI PONE"
Sottolineando che "non ve ne sono le condizioni". Le chiediamo però per esprimere meglio il senso della seconda domanda e comprendere meglio la sua risopsta con una più articolata che speriamo ci vorrà dare:
se in futuro per qualsiasi ragione oggi non nota, si dovesse delineare una coalizione di governo in cui RC dovresse far parte, imporreste a questa coalizione, per avere il vostro sostegno, l'eliminazione definitiva del lavoro precario?
Cioè direste a questa possibile futura coalizione di governo "se volete il nostro appoggio dovete necessariamente come primo atto di governo eliminare le leggi che permettono il lavoro precario (in tutte le sue tipologie) altrimenti RC non farà parte di questa coalizione e non la sosterremo nemmeno fuori dal governo"?

e la sua replica:

Noi pensiamo che oggi sia necessario costruire uno schieramento per battere le destre al fine di difendere la costituzione e modificare la legge elettorale superando questo dannoso bipolarismo. Il bipolarismo rende infatti impossibile al conflitto sociale riuscire a modificare l’agenda politica e rende le sinistre ostaggio di schieramenti moderati. Per questo noi riteniamo necessario superare il bipolarismo. Non pensiamo però vi siano le condizioni per fare un accordo di governo con il centro sinistra perché questo ha un programma eccessivamente confindustriale proprio a partire dai temi del lavoro. Per questo noi continueremo a batterci contro la precarietà, per l’abolizione della legge 30, etc. ma non è ipotizzabile che ci si ritrovi in tempi brevi in una situazione in cui noi facciamo parte della maggioranza di governo.

Spero di essere stato chiaro.
Paolo ferrero


LA RISPOSTA DI ANTONIO DI PIETRO:


Gentili Amici,

rispondo alla vostra mail del 6 maggio, con l’intento di farlo nella maniera più chiara ed esauriente Per quanto concerne il primo quesito, vorrei partire da una premessa che sottolinei la costante metamorfosi a cui il nostro partito è stato soggetto, dalla sua costituzione fino ad oggi. Nel tempo, infatti, l’Italia dei Valori si è trasformato da movimento d’opinione, nato da una mia personale iniziativa e dalla mia esperienza all’interno della magistratura, a partito politico che, attualmente, raccoglie circa l’8% dei consensi. In questi oltre dieci anni, l’Idv ha avuto modo di strutturarsi su tutto il territorio italiano, si è costruito un’identità propria, un programma politico chiaro e circostanziato, nato dalla sinergia di tutti coloro che, nel nostro cammino, hanno apportato il proprio contributo per la crescita di quella che è divenuta una realtà politica consolidata. In questi anni, il partito si è evoluto, e continuerà ad evolversi svincolandosi sempre più dalla mia esperienza, collocandosi in una dimensione diversa, più ampia, in grado di sopravvivere anche dopo di me. In sintesi, da parte mia non esiste nessuna volontà personalistica, l’Idv nasce dalla mia storia ma non si esaurisce in essa; ho sempre detto che il nostro partito è destinato ad aprirsi sempre più, fino a proiettarsi in un progetto più ampio. L’ho sempre detto, siamo un partito “mezzo”, non un partito “fine”. Nota bene, quando parlo del partito sono solito parlare al plurale.

In merito al tema del precariato, noi di Italia dei Valori crediamo in un Paese fondato realmente sul lavoro, e non sull’evasione fiscale, tantomeno sulla precarietà. Quest’ultima è da combattere e lo si può fare. L’Idv, dal 2008, considera la lotta al precariato in termini di priorità. In Italia sappiamo che occorre ripartire andando ad operare sui temi occupazionali ed economici, senza prendere in giro i cittadini negando l’entità della crisi ed i rischi a cui si va incontro se non si corre ai ripari per tempo. Nello specifico, in tema di lotta al precariato, proponiamo l’abolizione dei 42 contratti di assunzione precari, sostituendoli con una formula contrattuale simile a quella dell’apprendistato. Proponiamo la valorizzazione dell’esperienza formativa in ambito lavorativo, l’estensione degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori precari, oltre all’equiparazione dello stage all’attività lavorativa propriamente detta, in modo da permettere una remunerazione ed il versamento di contributi. In caso di crisi aziendali, proponiamo il raddoppio della cassa integrazione ordinaria, da finanziare, ad esempio, attraverso l’utilizzo dei bilanci positivi dell’Inps degli anni 2008 e 2009. Chiediamo inoltre la detassazione delle tredicesime.

Attraverso il nostro Dipartimento Nazionale Lavoro e Welfare, ci stiamo adoperando per costruire una rete che arrivi ai precari della scuola, dei call center, fino alle partite IVA, agli artigiani e alle piccole e medie imprese. È in corso l’istituzione di circoli tematici nei territori e nelle aziende, grazie al valido supporto del responsabile del suddetto dipartimento, Maurizio Zipponi che vi invito a contattare all’indirizzo lavoro@italiadeivalori.it.

Da parte nostra l’impegno alla lotta al precariato c’è, è visibile e costante, e siamo pronti a far sentire con veemenza la nostra voce, dentro e fuori le aule istituzionali, come del resto già fatto in occasione di altre battaglie. L’azione determinata è il tratto distintivo del nostro agire politico e, a nome del partito, ribadisco la nostra volontà più ferma nel portare avanti la battaglia per il lavoro sicuro e a tempo indeterminato, con la determinazione e la tenacia di sempre.

Continuate a seguirci, non vi deluderemo.

Cordialmente,
Antonio Di Pietro

martedì 4 maggio 2010

LA NECESSITA' DEL GURU

Tutti criticano il sistema, tutti criticano il modo attuale di fare politica dove non sono più le idee e le proposte ad emergere ma il singolo leader, l’uomo carismatico, il guru. Non a caso quasi tutti i partiti hanno vicino al logo il nome del loro segretario, come a dire che tutto il partito si sostiene su quell’unico uomo e sulle sue capacità di guida. Ma nonostante le critiche la gente alla fine desidera il leaderismo e anzi spesso il partito che non sottostà a tale modus agendi viene immediatamente tacciato di mancanza di carisma o di debolezza.


Non dovrebbe piuttosto un partito rappresentare degli ideali e soprattutto la possibilità di renderli tangibili? E questi ideali non dovrebbero essere sottoscritti e attuati da tutti coloro che di questo partito fanno parte? E allora perché oggi tutto è incentrato su questi leader carismatici piuttosto che sugli ideali da raggiungere?


Ma soprattutto perché il popolo piuttosto che guardare le idee, i programmi, l’azione concreta di tutti gli uomini di partito una volta eletti, continua ostinatamente a guardare unicamente a questi leader come fossero messia infallibili?


E così abbiamo “i circoli della libertà” quelli del meno male che Silvio c’è, prima guardia di Berlusconi, o i “circoli di generazione Italia” i fedelissimi di Fini che proprio in questi giorni sta riunendo intorno a se; ma abbiamo anche i ragazzi delle “Fabbriche di Nichi” che tanto hanno contribuito alla vittoria di Vendola o anche quelli del “movimento 5 stelle-beppegrillo.it” idolatri del guru del Web o ancora i giovani dell’IdV che inneggiano a Di Pietro come unico capopartito.


Ci chiediamo: è giusto questo modo di fare politica? E’ giusto utilizzare tecniche di marketing per spostare l’attenzione del popolo verso un solo uomo piuttosto che verso le soluzioni ai problemi che il partito tutto dovrebbe proporre? Non appare questa modalità invece molto simile a quella utilizzata durante gli anni bui del ventennio fascista? Siamo ancora così succubi dell’idea del Pater Patriae che tutto conosce e tutto risolve?


Ci chiediamo ancora: come può un partito impostato su una sola persona continuare a sopravvivere alla stessa persona? Come fa a non esprimere solo le idee di questo leader piuttosto che quelle dell’intera base (ed infatti così avviene)? Sono forse i tempi che viviamo completamente sottomessi al potere dei media che impongono l’immagine piuttosto che i fatti?


Noi abbiamo deciso di creare il nostro movimento senza guru ma con l’idea ben precisa di un progetto politico con una missione prioritaria rispetto al resto di un possibile programma: l’eliminazione del lavoro precario. Abbiamo deciso di intraprendere questo percorso consci del fatto che a tutti i partiti politici e a tutti gli uomini carismatici di questi partiti non interessa minimamente cancellare il precariato e liberare i lavoratori precari dalla schiavitù della loro condizione (o meglio gli interessa solo durante i periodi pre elettorali in modo da usare i precari come serbatoio di voti per poi dimenticarsi della battaglia contro il precariato una volta eletti).


Per eliminare il precariato non abbiamo bisogno di guru ma dell’aiuto di tutti i lavoratori precari e di tutti coloro che credono che il nostro obiettivo sia giusto. Ma ad oggi ancora pochi sono gli attivisti che ci sostengono e che si sono impegnati a formare gruppi territoriali nelle loro zone di residenza. Dobbiamo anche noi creare (e mai parola fu più correttamente usata) un leader carismatico che sappia manipolare le masse popolari per raggiungere il nostro obiettivo? Speriamo vivamente di no. Forse sbagliamo ma speriamo per una volta che la forza del nostro ideale e del programma che ci siamo dati sia più potente della necessità del guru; perché se così non fosse evidentemente dovremmo pensare che il popolo e i precari tutti, non sono abbastanza maturi per comprendere che solo un’azione collettiva, che solo la volontà di tutti, e non di un singolo uomo, potrà definitivamente sollevarci dal baratro in cui siamo caduti ed eliminare il precariato in Italia.


Ecco perché chiediamo a tutti i volenterosi di unirsi a noi per agire concretamente contro questa vergogna che ci costringe alla schiavitù, all’umiliazione e alla povertà.


Stiamo creando gruppi di sostegno territoriali in tutta Italia. Non è richiesta alcuna tessera e/o denaro per aderire. Chiediamo solo aiuto per diffondere la lotta contro il precariato e le idee del movimento in modo da diventare sempre più numerosi e forti da riuscire, quando diventeremo un partito, ad imporre la nostra volontà, la volontà di tutti i precari italiani, di cancellare definitivamente il lavoro precario dalla legislazione italiana.


Per unirti a noi clicca qui, e una volta dentro ACCEDI NELL'AREA PUBBLICA e AGGIUNGI i tuoi dati al nostro database. Ti aggiorneremo così sulle nostre iniziative e sul percorso che ci porterà a diventare un vero e proprio partito.


Grazie per l'attenzione

Lo staff di

Aboliamo il Lavoro Precario

Cosa può fare un lavoratore precario?