Nel caso di Ferrero abbiamo posto solo le domande inerenti il lavoro precario dato che RC negli ultimi anni non ha mai basato la campagna elettorale unicamente sul potere carismatico del suo segretario. I campi virgolettati rappresentanono le varianti dell'email rispetto al soggetto a cui veniva inviata.
Di seguito l'email inviata ai quattro leader:
Buongiorno,
Facciamo parte di un movimento che mira all'abolizione del lavoro precario.
Dato che "nome leader" si è più volte espresso contro questa vergognosa pratica vorremo porre delle domande per meglio chiarire qual'è concretamente "la sua/del suo partito/del suo movimento" presa di posizione contro il precariato e fino a che punto "pensa/te" di agire per la sua eliminazione definitiva.
Le domande che le porgeremo (e le risposte che ci verrano date) saranno postate sul nostro gruppo FB (http://www.facebook.com/#!/group.php?gid=222018724407 - che conta circa 3750 iscritti tra cui diversi vostri elettori) e su vari altri ad esso collegati nonchè sul nostro blog: http://aboliamolavoroprecario.blogspot.com
Queste le domande:
Egregio "nome leader"
vorremmo farle alcune domande per meglio conoscere la "sua/vostra" posizione politica nei confronti del lavoro precario. Prima di questo però una domanda sul suo "partito/movimento":
1) Non crede che un "partito politico/movimento" piuttosto che essere incentrato sulla figura del leader carismatico, come dimostra di essere il "partito/movimento" di cui lei è "segretario/leader" debba esserlo sui valori che questo rappresenta? Non pensa che puntare tutto sulla sua persona invece che su un programma che dovrebbe essere espresso dalle molteplici componenti che un "partito/movimento" può manifestare, sia riduttivo ed infine nocivo per lo stesso "partito/movimento"?
2) Parlando di precarietà, lei si è più volte espresso contro questa pratica. Fin dove arriva la "sua/del suo partito/movimento" presa di posizione contro il lavoro precario? "Intende/ te" cioè favorire l’accesso a sistemi di protezione sociale per i lavoratori precari che dovessero perdere il lavoro oppure lavorare per eliminarlo definitivamente dall’ordinamento legislativo italiano?
3) Se nelle prossime elezioni dovesse vincere una possibile coalizione "di sinistra" in cui è presente anche il suo "partito/movimento", la sua componente, certamente non di maggioranza, agirebbe per imporre a questa coalizione di governo la subitanea eliminazione del lavoro precario? Arrivereste anche a minacciare di far cadere la stessa coalizione e perciò un possibile governo se questa linea non dovesse passare oppure no?
In attesa di un subitaneo riscontro cogliamo l'occasione di inviarle i nostri migliori saluti
Lo staff di
Aboliamo il Lavoro Precario
LA RISPOSTA DI PAOLO FERRERO:
NOI SIAMO CONTRO LA PRECARIETA’ NON PER MONETIZZARLA.
NOI NON SIAMO DISPONBILI A PARTECIPARE A GOVERNI CENTRALI CON IL CENTROSINISTRA PERCHE’ NON VE NE SONO LE CONDIZIONI PER CUI IL SECONDO PROBLEMA NON SI PONE.
Poi la nostra richiesta di precisazione:
Vorremo però fare maggiore chiarezza sul secondo punto da lei espresso.
Lei scrive: "NOI NON SIAMO DISPONBILI A PARTECIPARE A GOVERNI CENTRALI CON IL CENTROSINISTRA PERCHE’ NON VE NE SONO LE CONDIZIONI PER CUI IL SECONDO PROBLEMA NON SI PONE"
Sottolineando che "non ve ne sono le condizioni". Le chiediamo però per esprimere meglio il senso della seconda domanda e comprendere meglio la sua risopsta con una più articolata che speriamo ci vorrà dare:
se in futuro per qualsiasi ragione oggi non nota, si dovesse delineare una coalizione di governo in cui RC dovresse far parte, imporreste a questa coalizione, per avere il vostro sostegno, l'eliminazione definitiva del lavoro precario?
Cioè direste a questa possibile futura coalizione di governo "se volete il nostro appoggio dovete necessariamente come primo atto di governo eliminare le leggi che permettono il lavoro precario (in tutte le sue tipologie) altrimenti RC non farà parte di questa coalizione e non la sosterremo nemmeno fuori dal governo"?
e la sua replica:
Noi pensiamo che oggi sia necessario costruire uno schieramento per battere le destre al fine di difendere la costituzione e modificare la legge elettorale superando questo dannoso bipolarismo. Il bipolarismo rende infatti impossibile al conflitto sociale riuscire a modificare l’agenda politica e rende le sinistre ostaggio di schieramenti moderati. Per questo noi riteniamo necessario superare il bipolarismo. Non pensiamo però vi siano le condizioni per fare un accordo di governo con il centro sinistra perché questo ha un programma eccessivamente confindustriale proprio a partire dai temi del lavoro. Per questo noi continueremo a batterci contro la precarietà, per l’abolizione della legge 30, etc. ma non è ipotizzabile che ci si ritrovi in tempi brevi in una situazione in cui noi facciamo parte della maggioranza di governo.
Spero di essere stato chiaro.
Paolo ferrero
LA RISPOSTA DI ANTONIO DI PIETRO:
Gentili Amici,
rispondo alla vostra mail del 6 maggio, con l’intento di farlo nella maniera più chiara ed esauriente Per quanto concerne il primo quesito, vorrei partire da una premessa che sottolinei la costante metamorfosi a cui il nostro partito è stato soggetto, dalla sua costituzione fino ad oggi. Nel tempo, infatti, l’Italia dei Valori si è trasformato da movimento d’opinione, nato da una mia personale iniziativa e dalla mia esperienza all’interno della magistratura, a partito politico che, attualmente, raccoglie circa l’8% dei consensi. In questi oltre dieci anni, l’Idv ha avuto modo di strutturarsi su tutto il territorio italiano, si è costruito un’identità propria, un programma politico chiaro e circostanziato, nato dalla sinergia di tutti coloro che, nel nostro cammino, hanno apportato il proprio contributo per la crescita di quella che è divenuta una realtà politica consolidata. In questi anni, il partito si è evoluto, e continuerà ad evolversi svincolandosi sempre più dalla mia esperienza, collocandosi in una dimensione diversa, più ampia, in grado di sopravvivere anche dopo di me. In sintesi, da parte mia non esiste nessuna volontà personalistica, l’Idv nasce dalla mia storia ma non si esaurisce in essa; ho sempre detto che il nostro partito è destinato ad aprirsi sempre più, fino a proiettarsi in un progetto più ampio. L’ho sempre detto, siamo un partito “mezzo”, non un partito “fine”. Nota bene, quando parlo del partito sono solito parlare al plurale.
In merito al tema del precariato, noi di Italia dei Valori crediamo in un Paese fondato realmente sul lavoro, e non sull’evasione fiscale, tantomeno sulla precarietà. Quest’ultima è da combattere e lo si può fare. L’Idv, dal 2008, considera la lotta al precariato in termini di priorità. In Italia sappiamo che occorre ripartire andando ad operare sui temi occupazionali ed economici, senza prendere in giro i cittadini negando l’entità della crisi ed i rischi a cui si va incontro se non si corre ai ripari per tempo. Nello specifico, in tema di lotta al precariato, proponiamo l’abolizione dei 42 contratti di assunzione precari, sostituendoli con una formula contrattuale simile a quella dell’apprendistato. Proponiamo la valorizzazione dell’esperienza formativa in ambito lavorativo, l’estensione degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori precari, oltre all’equiparazione dello stage all’attività lavorativa propriamente detta, in modo da permettere una remunerazione ed il versamento di contributi. In caso di crisi aziendali, proponiamo il raddoppio della cassa integrazione ordinaria, da finanziare, ad esempio, attraverso l’utilizzo dei bilanci positivi dell’Inps degli anni 2008 e 2009. Chiediamo inoltre la detassazione delle tredicesime.
Attraverso il nostro Dipartimento Nazionale Lavoro e Welfare, ci stiamo adoperando per costruire una rete che arrivi ai precari della scuola, dei call center, fino alle partite IVA, agli artigiani e alle piccole e medie imprese. È in corso l’istituzione di circoli tematici nei territori e nelle aziende, grazie al valido supporto del responsabile del suddetto dipartimento, Maurizio Zipponi che vi invito a contattare all’indirizzo lavoro@italiadeivalori.it.
Da parte nostra l’impegno alla lotta al precariato c’è, è visibile e costante, e siamo pronti a far sentire con veemenza la nostra voce, dentro e fuori le aule istituzionali, come del resto già fatto in occasione di altre battaglie. L’azione determinata è il tratto distintivo del nostro agire politico e, a nome del partito, ribadisco la nostra volontà più ferma nel portare avanti la battaglia per il lavoro sicuro e a tempo indeterminato, con la determinazione e la tenacia di sempre.
Continuate a seguirci, non vi deluderemo.
Antonio Di Pietro
2 domande allo staff di aboliamo il lavoro precario per fare chiarezza:
RispondiEliminaLe politiche neoliberiste ,delle quali è parte integrante il precariato,sono state sperimentate integralmente in Cile sotto la dittatura di Pinochet negli anni '70, sono state promosse in grande stile dalla destra di Reagan e Thatcher a partire dagli anni '80.
Il precariato è da sempre la condizione permanente dei lavoratori americani.
Il precariato è uno dei fondamenti giuridici del capitalismo neoliberista...
1) Non riconoscerlo non equivalrebbe a rimanere succubi dell'ideologia neoliberista,che legittima lo sfruttamento dei precari?
Un lavoratore di destra è una contraddizione in termini, perché i suoi valori (fedeltà,obbedienza,etc) gli impediscono di assumere un proprio punto di vista e di prendere coscienza della propria condizione sociale di lavoratore,della necessità di solidarizzare anche con gli altri lavoratori senza riferimento alla nazionalità.
2) Alla luce di queste considerazioni che senso ha l'affermazione che il partito per l'abolizione del lavoro precario non sarebbe "né di destra né di sinistra"?...
11/05/10 un saluto
Dalemoni
sabato 15 marzo 2008
Per l'abolizione della schiavitù moderna,il precariato.
La campagna elettorale 2008 e il precariato : continua la mistificazione.
DI DALEMONI070314
PRECARIATO, PRECARIO, PRECARIETA'. 10 ANNI DI PROPAGANDA E MISTIFICAZIONE.
"Libertà è la libertà di poter dire che 2+2=4" George Orwell, tratto da "1984"
(...)
http://blogabolizioneprecariato.blogspot.com/
Grazie per le domande. Le nostre risposte ci aiuteranno a fare chiarezza per tutti coloro che vogliono meglio comprendere il nostro pensiero:
RispondiElimina1)Non è vero che non riconosciamo che il precariato è uno dei fondamenti dell'ultraliberismo. Anzi secondo noi è proprio un caposaldo del capitalismo ultraliberista. Quello su cui non siamo d'accorso è che capitalismo e precariato debbano necesasriamente convivere. In Italia il sistema capitasita ha già dagli anni '70 convissuto con un'economia di lavoro senza precariato e non ci sembra sia andata male. Ovviamente nell'accezione ultraliberista, quella attuale, dove tutto è merce, lavoro e lavoratori compresi, il precariato trova un suo senso compiuto.
I sistemi americani, inglesi ecc. dove non esistono garanzie di un posto fisso (ma che in contrapposizione hanno un walfare diverso del nostro, vedi assegni di disoccupazione da non confondersi con la nostra cigo che è comunque un buon strumento ma limitato) non possono essere confrontati con il nostro e questo semplicemente perchè l'Italia soffre da decenni di carenza di lavoro. La gestione del lavoro in USA o Inghilterra o altre nazioni nord europee è sempre stata molto flessibile semplicemente perchè l'offerta di lavoro è sempre stata molto ampia rispetto a quella italiana. Oggi ovviamente non è più così ed infatti molte sono le spinte interne a tali nazionni ad una modifica sostanziale delle regole sul lavoro.
Molte persone inoltre combattono per modificare o rivedere l'attuale sistema ultraliberista non comprendendo che per potere fare questo è necessario che piano piano si abbattino i pilastri su cui è fondato. Uno dei pilastri come già detto è il precariato. Eliminando il precariato obblighiamo il sistema a cambiare e ad adattarsi alle esigenze dei più (che poi deve essere la missione di ogni sistema che si vuole adottare per la società).
2)Sono le osservazioni infatti che sono errate.
Partire dall'assunto che un lavoratore di destra abbia come valori solo quelli citati e non ad esempio la possibilità di crescita del lavoratore o l'idea che l'imprenditorore piuttosto che pensare essenzialmente al proprio profitto, debba diventare uno strumento di crescita sociale attraverso la distribuzione del reddito, ecc. è fondamentalmente sbagliato.
E per diverse ragioni: La prima è che oggi il popolo poco conosce i valori fondanti delle ideologie e si dice di destra o sinistra semplicemente perchè i media impongono loro questa diversificazione (per meglio controllarli), la seconda è che oggi non è più possibile ricondurre il pensiero della maggiorparte dei militanti politici (o della gente in generale) in un sistema ideologico ben circoscritto. Ed infatti abbiamo comunisti credenti (eludendo così uno dei principali aspetti del comunismo sovietico, cioè l'ateismo), o abbiamo fascisti che pensano che gli immigrati lungi dall'essere un problema sono una risorsa (eludendo tutte le diversificazioni razziali su cui è basato il fascimo). Per farla breve le ideologie hanno perso il loro carisma (e la loro efficacia) e la gente si cuce un'appartenenza ideologica in realtà solo di facciata.
Ecco perchè un lavoratore che si dice di destra non può essere diverso da un lavoratore che si dice di sinistra. Se potessimo fare un sondaggio tra gente che si dice di destra e sinistra, sulla bontà del lavoro precario, siamo sicuri che nonostante la diversità ideologica (come gà detto solo di facciata) la maggiorparte di loro direbbe che il precariato non è certamente buona cosa.
1]Considerazioni sulle 2 risposte per fare chiarezza.
RispondiEliminaConcordo con l'affermazione che il precariato è un caposaldo del neoliberismo.
Abolendo il precariato si obbliga il sistema a cambiare e ad adattarsi alle esigenze dei più (che poi deve essere la missione di ogni sistema che si vuole adottare per la società).
Concordo quindi sulla radicalità della riforma dell'abolizione parlamentare del precariato,come si può leggere su http://blogabolizioneprecariato.blogspot.com/
dovrebbe essere naturale per me aderire al vostro progetto politico,visto che ne ho scritto in tempi non sospetti.
Ritengo però che sia necessario chiarire preventivamente ogni possibile equivoco per evitare malintesi.
Mi sembra ambigua la mancanza nel vostro documento fondativo della messa in evidenza del nesso politico tra il neoliberismo ,un' ideologia di destra, e il suo caposaldo,il precariato, che accentua la subordinazione capitalista dei lavoratori in forme di neoschiaviste, funzionali ad un maggiore sfruttamento dei lavoratori.
I partiti e i loro elettori succubi dell'ideologia neoliberista hanno cessato di essere partiti di sinistra per diventare partiti di destra o centro, nel momento in cui hanno smesso di rappresentare gli interessi sociali dei lavoratori.
La distinzione destra/sinistra rimane valida anche se buona parte del quadro politico istituzionale italiano ( ma non solo ) si colloca a destra.
In effetti a leggere la vostra risposta viene fuori quella che secondo me è una grave carenza,non basta affermare che la distinzione mediatica tra destra e sinistra è sempre più artificiosa ma andrebbe messo a fuoco che questa percezione errata indotta nell'opinione pubblica è funzionale al totalitarismo neoliberista.
Il regime politico neoliberista è tendenzialmente modellato sul finto bipartitismo USA,dove i due partiti gemelli D. e R. condividono i dogmi della ideologia neoliberista, questo è l'elemento fondamentale che determina un sostanziale un monopartitismo disgiunto.
PDL e PD sono gli attori politici principali ,non esclusivi ,della processo politico di instaurazione in Italia di tale sistema politico antidemocratico,che sotto l'apparenza dell'alternativa destra/sinistra promuove esclusivamente politiche più o meno destrorse.
Non cogliere che il monopartitismo disgiunto neoliberista è strettamente correlato alla generalizzazione del precariato,può pregiudicare seriamente la capacità del progetto-partito di raggiungere l'obiettivo fondamentale dell'abolizione del precariato,attraverso una radicale azione politica ed una coerente politica delle alleanze. (segue sotto)
[dalemoni]
(segue da sopra)
RispondiElimina2]Considerazioni sulle 2 risposte per fare chiarezza.
Per quanto riguarda i lavoratori di destra,seppure tra essi sia ormai diffusa un'avversione al precariato dovuta all'esperienza vissuta, questi rimangono passivi perché hanno interiorizzato l'ideologia destrorsa neoliberista dell'apologia e giustificazionismo del precariato.
In questo senso sono diversi dai lavoratori che non si sono bevuti fino in fondo questa ideologia.
Non basta che prendano coscienza del fatto che il precariato "non è una buona cosa" ,i lavoratori di destra devono prendere coscienza dell'ingiustizia sociale del precariato,anche per la semplice opzione del voto, e non mi pare tanto scontato,perché sono e saranno sempre più polarizzati dalle politiche razziste.
La legge Bossi Fini è una sorta di precariato al quadrato,perché associa al licenziamento la perdita dei diritti di cittadinanza concessi con l'assunzione.
L'abolizione della Bossi - Fini deve essere parte parte integrante del programma di abolizione del precariato. Per eliminare un controproducente dualismo che favorisce l'ipersfruttamento del lavoro nero e la concorrenza al ribasso dei lavoratori immigrati“clandestini” e “regolari” ai danni dei lavoratori italiani .
Considero un errore "abbiamo fascisti che pensano che gli immigrati lungi dall'essere un problema sono una risorsa (eludendo tutte le diversificazioni razziali su cui è basato il fascismo) "
Vedere gli immigrati come una risorsa da sfruttare e da impiegare per i lavori che gli italiani non vorrebbero fare (sic!) è esattamente quello che faceva il fascismo,attraverso il colonialismo che non fu solo sfruttamento delle risorse naturali ma anche e soprattutto sfruttamento razzista della manodopera e impiego militare delle truppe coloniali.
Non avere una chiara percezione delle distinzione destra/sinistra porta ad equivocare la vera natura del (neo)fascismo,movimento politico di destra ,che ibrida e mimetizza il programma razzista con temi propagandistici di sinistra.
Il fascismo delle origini si presentava come movimento "né di destra né di sinistra".
Siete pronti a tenere conto di queste considerazioni,integrando e chiarendo il vostro programma?...
saluti
dalemoni 100514
Risposta alla prima parte delle tue domande:
RispondiEliminaE’ come se ti fossi risposto da solo. Proprio perché PDL e PD e aggiungiamo tutti gli altri partiti che alle rispettive coalizioni si associano (che dovrebbero essere centrodestra e centrosinistra) sono gli attori politici principali dell’attuazione del neoliberismo che viene dimostrata quanto ormai la distinzione ideologica sia ormai una semplice distinzione “di facciata” piuttosto che di contenuti. E’ su questo che la nostra distinzione dovrà basarsi, cioè non sull’ideologia ma appunto sui contenuti. Poi ovviamente ognuno tenderà a collocarci dove gli farà più comodo (soprattutto per dividerci). I problemi non possono essere distinti come problemi di destra o di sinistra. I problemi sono tali in quanto hanno necessità di una soluzione. Poi se molti diranno che dato che vogliamo eliminare il precariato e siamo contro il neoliberismo siamo di sinistra noi glielo lasciamo dire. Oppure che magari siamo di destra perché riteniamo non valido il progetto di federalismo che vuole attuare la lega, gli lasciamo dire pure quello. Non ci interessa. Ma come si colloca la volontà di eliminare i privilegi della casta? O quella di voler approvare grandi opere solo se gli abitanti del territorio sono favorevoli? O ancora è possibile collocare a destra o a sinistra una politica energetica basata sulle fonti rinnovabili piuttosto che sul nucleare?
Certo hai ragione quando affermi che l’attuazione di un nostro possibile programma deve essere basata anche su una coerente politica delle alleanze. Ovviamente anche in questo caso non sceglieremo rispetto all’ideologia ma piuttosto ai contenuti che la coalizione che necessiterà del nostro appoggio potrà esprimere e sopratutto alla sua reale volontà di eliminare il precariato.
Risposta alla seconda parte:
Non siamo completamente d’accordo con questa tua affermazione che in pratica ci restituisce un lavoratore di sinistra impegnato e conscio dei propri diritti e un lavoratore di destra ignorante e indifferente a tutte le ingiustizie. Noi abbiamo iniziato ad eliminare la distinzione ideologica accettando tra le nostre file chiunque voglia combattere per garantire una sicurezza del posto di lavoro e pieni diritti ai lavoratori. Saranno più di sinistra che di destra? Non ci interessa. Saranno più di destra che di sinistra? Non ci interessa lo stesso. Come già detto la cosa importante sono i contenuti, le soluzioni ai problemi.
Noi quando diciamo né di destra né di sinistra siamo ben consci del fatto che si possa cadere nel populismo. Però riteniamo comunque stretta e soprattutto anacronistica questo tipo di associazione ed il fatto che si debba necessariamente affibbiarla ad un partito. Noi non siamo favorevoli al sistema marxista (per quanto riteniamo l’analisi marxista corretta non ne avalliamo le soluzioni), e allora non siamo di sinistra, ma vogliamo eliminare il precariato e ridare diritti e dignità ai lavoratori, ma allora siamo di sinistra. Insomma come si può ben comprendere oggi questo tipo di associazione non coglie più tutti gli aspetti che un partito politico potrebbe esprimere nel suo programma.
Non siamo assolutamente d’accordo sul fatto che chi non si distingue nettamente, stando alle tue affermazioni, risulta in definitiva essere fascista. Il fascismo, come il comunismo, è stato già giudicato dalla Storia e chiunque ne voglia esaltare le doti non ha compreso i danni enormi che ha fatto alla nostra e a tante altre nazioni. Ma basta questo assunto per collocarci ideologicamente? In tutta sincerità non lo sappiamo. Sappiamo solo che il buon senso, il rispetto del bene comune, l’onestà, l’etica, la trasparenza, il guardare ai bisogni del popolo senza cadere nel populismo e nella demagogia non possono essere collocati ideologicamente e come loro anche noi che vogliamo portare avanti tali valori crediamo di non poterlo essere.
Mi pare che non ci siamo capiti eppure mi pare di essere stato chiaro...per definizione:
RispondiEliminaSinistra = rappresentanza degli interessi sociali dei lavoratori ,dei precari
Destra = rappresentanza degli interessi sociali degli imprenditori,delle società di somministrazione/intermediazione di manodopera.
Ho scritto che PD e PDL sono entrambi più o meno di destra.
Quello della Lega Nord è un programma di destra,non è federalismo ma devoluzione dello Stato Sociale (sanità,scuola etc) agli enti locali finanziati con le imposte indirette (Il SSN istituito nel 1978 era finanziato quasi esclusivamente con le imposte progressive) e ai privati,
La devoluzione è parte integrante del programma neoliberista,che promuove la demolizione dello Stato Sociale finanziato con le imposte progressive e la privatizzazione. Non a caso la Lega Nord promuove il rafforzamento dei poteri del Governo...premierato etc.
In sintesi il precario che voti PDL,PD,Lega Nord voterà per delle varianti del programma neoliberista.
Ti segnalo che non avete/hai risposto alla richiesta di integrare l'abolizione del precariato con l'abolizione della Legge Bossi – Fini,poiché la legge Bossi Fini è una sorta di precariato al quadrato,perché associa al licenziamento la perdita dei diritti di cittadinanza concessi con l'assunzione.
L'abolizione della Bossi - Fini deve essere parte integrante del programma di abolizione del precariato. Per eliminare un controproducente dualismo che favorisce l'ipersfruttamento del lavoro nero e la concorrenza al ribasso dei lavoratori immigrati“clandestini” e “regolari” ai danni dei lavoratori italiani .
“Non siamo assolutamente d’accordo sul fatto che chi non si distingue nettamente, stando alle tue affermazioni, risulta in definitiva essere fascista.”
Non ho scritto questo...
Traduco in un esempio quanto scritto... il programma del partito escluderebbe eventuali alleanze con partiti/organizzazioni neofasciste (casapound,forzanuova,etc) ,secondo me controproducenti,per giungere all'abolizione del precariato?...
Concordo con quanto scrivi sul marxismo e sul fascismo/comunismo (leninismo-stalinismo).
saluti
dalemoni 100514
Rispetto alla prima parte del tuo messaggio (fino a neoliberista):
RispondiEliminaE’ qui che non siamo d’accordo. Come risposto nella prima e-mail tu dai per scontato che chiunque voti a destra o a sinistra comprende completamente la diversità ideologica che dovrebbero avere le due appartenenze. In realtà moltissimi che votano a destra come a sinistra non sono consci di tali diversità (o comunque di tutte queste).
Certamente se guardiamo la storia dei partiti la tua differenziazione ha senso (dire il contrario sarebbe non conoscere la storia) ma il fatto che questa netta divisione ideologica sia poi riversata completamente sulla gente comune che prende posizione per un partito piuttosto che per un altro in tutta onestà non può essere affermato per le ragioni che abbiamo citato nella risposta ai primi quesiti. A noi infatti non interessano le diversificazioni ideologiche ma il popolo, la gente. Se noi un domani iniziamo ad affermare: “siamo di sinistra perché ci rifacciamo alle ideologie di sinistra perciò pensiamo di agire come dovrebbe fare la sinistra” o “siamo di destra perché agiamo come dovrebbe fare la destra” cosa accade? Creiamo un divisorio che poi in realtà non ci è proprio (e anche questo l’abbiamo spiegato) ma quel che è peggio è che tale divisorio porterebbe certamente a compromettere la battaglia contro il precariato e tutto il resto.
Questioni di convenienza, dirai tu. No è proprio che non ci rifacciamo alla staticità tipica delle ideologie. E se poi una battaglia viene comunque inquadrata in un’ottica ideologica dagli altri, come già scritto, non ci interessa anche perché è ovvio che lo sarà.
Inoltre la tua visione di una destra che agisce in un certo modo (sempre parlando ideologicamente) e una sinistra che invece agisce in un altro modo contrasta con la possibilità che la politica possa evolversi.
Cioè tu definisci due contenitori (appunto destra e sinistra) e dai per scontato che il contenuto che tali contenitori possano esprimere rimanga invariato nel tempo. Ora la questione diventa: l’ideologia è il contenuto o il contenitore? Cioè un partito si può dire di sinistra o di destra solo se attua quelle politiche che tu dici essere proprie della sinistra o della destra oppure è possibile che, visto l’evolversi della società, sia i contenuti che i contenitori possano cambiare e mischiarsi tra di loro o addirittura presentarsi in modo completamente diverso?
Il tuo atteggiamento è tipicamente marxista, cioè esprime un pensiero assolutamente statico (e bipolare) sulla società.
Ma la società come già scritto si evolve. E’ proprio a causa di soluzioni troppo rigide che il marxismo, pur avendo correttamente analizzato la società capitalista, non ha fornito soluzioni che potessero racchiudere la molteplicità dei bisogni e delle espressioni umane.
Quello che voglio dire è che la tua netta divisione ieri aveva certamente senso, oggi probabilmente ma non è detto che un domani sia ancora così. Non è detto che debbano necessariamente esistere due forze contrapposte, cioè i lavoratori e l’imprenditore (il capitale). Non è detto che un domani il lavoro dovrà necessariamente essere basato sul capitale, per esempio. Oppure non è detto che il capitalista un domani non si adatti a regole che possano esprimere maggiore etica o maggiore distribuzione dei profitti. Insomma i sistemi sociali si evolvono e noi vogliamo essere il perno di questa evoluzione dove piuttosto che vedere due classi contrapposte e nemiche si possa arrivare ad una unità d’intenti che garantisca un maggiore sviluppo all’intera società. Oggi ovviamente non è così. Ma qualcuno dovrà pur cambiare questa visione statica di una società bipolare e contrapposta.
-continua-
Risposta alla seconda parte delle tue domande (fino a danni dei lavoratori italiani):
RispondiEliminaOggi la nostra battaglia principale è quella di abolire la legge sul precariato. Ovviamente tutte quelle leggi che impongono un guerra dei poveri, come la legge Bossi/Fini ma non solo, possono essere oggetto di un nostro interessamento. Ma oggi noi ancora non esistiamo come forza alternativa e parlare di eventuali altre battaglie senza una possibile verifica sui numeri che saremo in grado di esprimere (quando lo saremo perchè nulla è scontato) ci pare oltremodo prematuro.
Risposta alla terza parte delle tue domande:
Ci rendiamo conto del fatto che tu voglia necessariamente affibbiarci un’etichetta. Abbiamo già detto che il fascismo è stato già giudicato dalla storia (come il comunismo d’altronde). Non possiamo certamente avallare né politiche di estrema destra ne di estrema sinistra. Ma abbiamo anche più volte espresso che se un domani riuscissimo a sfondare la quota del 4% e ad andare in Parlamento, daremmo il nostro appoggio a quella coalizione che facesse come primo atto di governo l’abolizione del lavoro precario. Facciamo un esempio pratico: mettiamo caso che i nostri numeri siano necessari per formare una coalizione di governo e poniamo che si presenti una coalizione di centrodestra che ci dica che vuole il nostro appoggio e che accetta le nostre condizioni (abolire il precariato). Ovviamente sarà nostra cura vagliare con tale coalizione, prima di qualsiasi accordo, il loro programma e a seconda dei punti espressi decidere se continuare sulla strada della coalizione oppure no (non si vuole uscire dalla padella per finire nella brace). Lo stesso discorso naturalmente vale anche per il centrosinistra o solo per il centro.
Ma tutto questo eventualmente verrà vagliato con l’intera nostra base attraverso apposite votazioni.
E’ nostra intenzione infatti non imporre nulla ma consultare sempre per qualsiasi decisione importante tutti i sostenitori del nostro progetto politico.
Ed è nostra intenzione sempre e comunque guardare ai problemi e alle loro soluzioni piuttosto che alle ideologie di chi ha intenzione di risolverli.
Speriamo di essere stati più chiari questa volta.
destra= velocità, sintesi, ordine
RispondiEliminasinistra= lentezza, PROLISSITA'!, disordine
... si scherza eh! :)
saluti da un elettore di sinistra, senza conoscenze ideologiche, in lotta insieme a colleghi di destra.