sabato 18 dicembre 2010

UNA GENERAZIONE SENZA FUTURO E VOLONTA'

Guardando su Repubblica TV Roberto Saviano che commentava la violenta protesta di molti giovani dopo il voto di fiducia al governo Berlusconi e rispondeva in diretta alle domande dei telespettatori, ci ha colpito l'email a firma Martabcn che così chiosava il commento dello scrittore sui fatti:

Caro Roberto. Le tue parole sono come sempre bellissime; ma questa volta, ahimé, sterili. Ho 26 anni, due lauree e tanta voglia di fare. Sono arrabbiata, stufa, sconfortata. Non ho più ragione di credere che con “le buone” si ottenga qualcosa, non a questi livelli. Un anno fa mi sarei indignata per Roma, oggi no, oggi sono felice. Perché è vero che la violenza è uno schifo, ma è l’ultima risorsa di chi è disperato. Uso questo termine non a caso: disperato è colui senza speranza. E io sono così. Io non ho futuro: ho 26 anni e non ne ho già più uno. Non potrò mai comprarmi una casa perché non farò mai un lavoro che mi permetta di accendere un mutuo, i miei genitori non possono aiutarmi economicamente e non so nemmeno se potrò mai comprarmi una macchina nuova. Se avrò dei figli non riuscirò a pagare le tasse per mandarli all’università, e quando sarò vecchia non avrò pensione. Non ho più niente da perdere e come me tantissimi, troppi altri.”

In questa breve email possiamo leggere tutta la disperazione di chi ha veramente compreso cosa l'attende nel prossimo futuro (al contrario, a dire il vero, di moltissimi altri lavoratori precari).
Disperazione, forse rassegnazione ma anche una grande voglia di cambiamento sono le caratteristiche che emergono dalla lettera.
Una voglia di cambiamento però che trova la sua ultima applicazione nella forza e nella violenza, come se non esistesse altro metodo per cambiare la società e ridare futuro alle nuove generazioni. Analizziamo il testo e cerchiamo di comprenderne il ragionamento:

1) In questa nazione non esiste un futuro per i giovani che vogliono entrare nel mondo del lavoro
2) Non sarà possibile loro farsi una famiglia, un mutuo per la casa, mantenere i figli, nemmeno comprarsi un'auto.
3) Visto che non c'è più nulla da perdere e che non è possibile cambiare questo stato di cose, allora è meglio sostenere la violenza.

C'è però sottointeso un pensiero di fondo, che crediamo sbagliato, che intende fare comprendere, senza scriverlo, che non è più possibile risolvere la tragica situazione italiana rivolgendosi alla politica (e di rimando alla democrazia). E' come dire, senza esprimerlo, che siccome siamo governati da un manipolo di ladri, massoni e mafiosi e data l'alternativa (quella che dovrebbe chiamarsi "sinistra") in definitiva assai simile, non c'è via di scampo al baratro.

Questo modo di pensare pian piano sta prendendo piede tra i nostri giovani. Noi però lo riteniamo sbagliato perchè non tiene conto della possibilità di cambiare in maniera democratica. Cioè al riscontro dell'impossibilità di un governo di centrodestra o centrosinistra (o di qualsiasi altra accozzaglia degli attuali partiti) che veramente agisca per gli interessi della gente, il ragionamento non tiene conto della possibilità di dare il proprio voto ad un'altra formazione politica che possa ridare agli italiani speranza nel proprio futuro. E così facendo in pratica avalla il potere che questo centrodestra e questo centrosinistra detengono sulla nostra nazione.

Questo perchè ancora non si comprende che i partiti non sono altro che semplici associazioni di cittadini che la pensano più allo stesso modo sulla gestione della cosa pubblica (questa è infatti la corretta etimologia della parola "partito"). Non si comprende come, almeno fino a quando non ci pianteranno una pistola alla tempia quando andremo a votare, cioè fino a quando esiterà la democrazia, per sfiduciare un partito, basta non votarlo; basta in definitiva far finta che non esista.
Certo oggi chi detiene il potere usa i media per circuire le menti dei cittadini; ma quanto ancora sono disposti gli italiani a farsi prendere in giro da questi saltimbanchi televisivi visto che la realtà che li circonda risulta disastrosamente meno luccicante di come la descrivono?

E allora perchè ricorrere alla violenza quando basta semplicemente dare il voto a "qualcun'altro"? E se questo "qualcun'altro" ancora non esiste perchè non impegnarsi a crearlo tutti insieme?
A meno che in questa società virtualizzata, l'impegno (l'uso delle proprie gambe, della propria voce, della propria testa e delle proprie argomentazioni per convincere la gente a cambiare) oggi, per questa generazione di lavoratori (precari e non) mollicci e demoralizzati, sia talmente gravoso e faticoso che risulti molto più semplice uscire nelle strade coperti da una sciarpa e mettersi ad esprimere il proprio dissenso spaccando tutto ciò che si vede.

Per questo vi diciamo: credete che i partiti attuali non vi rappresentino? Pensate che l'Italia con loro non abbia più futuro? Siete convinti, come noi, che per ridare dignità e speranza ai lavoratori vada eliminato il lavoro precario e vadano sostenute le aziende che assumono a tempo indeterminato?

Noi abbiamo indicato la via, ora sta a voi seguirci e rendere il nostro progetto realizzabile.
Solo se riusciremo ad essere tutti uniti potremo "distruggere" senza violenza, ma solo con l'uso della democrazia, tutti i partiti attuali e farne scomparire le vergogne umane che li compongono. Solo permettendo agli italiani di scegliere un'alternativa politica potremo ridare voce a questa democrazia in bilico. E questa alternativa vogliamo, dobbiamo essere noi. Ma per diventare un partito politico abbiamo bisogno del vostro sostegno. Abbiamo bisogno delle vostre gambe e della vostra voce. Abbiamo bisogno della vostra testa e delle vostre idee. Abbiamo bisogno di gente che creda ancora nella democrazia e pensi che per esporre le proprie argomentazioni sia più giusto lavorare a viso scoperto in mezzo alla gente, piuttosto che andare a rompere una vetrina nascosti da una sciarpa.

Se vuoi essere dei nostri clicca qui, vai nell'area pubblica e aggiungi i tuoi dati al nostro database. Ti aggiorneremo così sulle nostre uniziative e sul percorso che ci porterà a diventare un vero e proprio partito.

Grazie per l'attenzione
Lo staff di
Aboliamo il lavoro precario

lunedì 13 dicembre 2010

CORNUTI E MAZZIATI 2 (E ANCHE UN PO' COGLIONI)

Nel precedente post avevamo elencate alcune delle caratteristiche proprie dei lavoratori precari e avevamo evidenziato la vita miseranda che li attende una volta anziani.

Abbiamo però dimenticato di scrivere che oltre a subire tutte queste vergogne senza colpo ferire (perchè a noi italiani, che non siamo nè inglesi, nè francesi, ci piace tanto prendercela in quel posto senza minimamente reagire), se ne aggiunge un'altra:

mentre fino ad un paio di mesi fa era possibile, in caso di controversie tra il datore di lavoro e il lavoratore precario (mancato rispetto del contratto, mancato rispetto dei termini di legge che regolano il lavoro precario, ecc.) agire legalmente, e magari dopo qualche anno (sigh!) riuscire a vincere la causa, ora legalmente non lo è più.

Infatti grazie ad una nuova leggina (Legge 183 del 2010) il lavoratore ho 60 giorni di tempo per fare causa rispetto a tutte le precedenti situazioni contrattuali controversie.

L'articolo de "Il Fatto Quotidiano" speiga per bene il giochetto che la mette in quel posto ai lavoratori italiani (precari e non).

Insomma come già scritto, cornuti e mazziati e con tutto il rispetto per tutti i lavoratori, anche un po' coglioni visto che nessuno, ma proprio nessuno ha alzato un dito all'ennessima sottrazione ai diritti basilari dei lavoratori, ormai già scarniti.

Attendiamo nuove regole, che siamo sicuri non procureranno nessun sommovimento sociale, in cui le ore di lavoro diventeranno obbligatoriamente 12 (e perchè non 14?) rimanendo però il salario fermo a quello precedente. O magari leggi che regolino la lunghezza della catena a cui attaccare i lavoratori per evitare che si spostino dal loro posto di lavoro (se vogliono espletare bisogni fisiologici che si piscino addosso che così fanno pure risparmiare sul riscaldamento) in modo da non provocare perdite di tempo durante la produzione. In futuro, inoltre, la marchiatura a fuoco potrebbe garantire oltre che la mansuetudine (si sa, c'è sempre qualche sciagurato, pochissimi in verità in Italia, che alza la voce) anche la proprietà che i nobili (la nuova futura denominazione dei datori di lavoro) potranno esibire durante la compravendita degli schiavi (i vecchi lavoratori) ad altre aziende. Insomma un bellissimo futuro che sicuramente non tarderà ad investire i nostri rassegnatissimi lavoratori (precari e non) italiani.

E per farvi capire che quando nel post precedente parlavamo di miseria, non esageravamo ecco i dati che il CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro) pubblica rispetto a coloro che andranno in pensione nel 2050 (cioè coloro che iniziano oggi ad entrare nel mondo del lavoro) in cui si evidenzia che la pensione sarà mediamente del 36% dell'ultimo stipendio percepito (poco più di un terzo) e che per farla salire un po' bisognerà lavorare per molti anni ancora (fino a 70 anni e oltre).

Secondo lo studio del CNEL la situazione peggiore riguarderà i lavoratori autonomi e le donne, ma soprattutto i lavoratori temporanei e precari. Se questi ultimi riusciranno ad essere assunti entro tre anni dall’inizio della loro carriera con un contratto a tempo indeterminato saranno in grado di attutire gli effetti del regime pensionistico contributivo. Se, invece, tale possibilità sarà loro preclusa o molto ritardata, entreranno a far parte del popolo della “nuova povertà” una volta varcata la soglia della pensione.

Questo il problema; non teorie, non invenzioni ma dati di fatto che interessano già oggi e interesseranno nel prossimo futuro milioni e milioni di lavoratori italiani.
Noi però non ci limitiamo a discutere del problema e ad evidenziarlo (come fanno molti guru oggi di moda). Noi abbiamo la soluzione che è l'unica possibile:
togliere alla casta della politica e ridare ai cittadini (vedi post precedenti). Eliminare il precariato, abbassare le tasse alle aziende che assumono a tempo indeterminato, incrementare le pene per gli evasori fiscali e promuovere una agguerrita battaglia contro l'evasione e tanto altro già segnalato nei precedenti post di questo blog.

Ma per fare questo c'è solo un modo. Un unico modo ed è quello di creare una nuova formazione politica non più schierata ideologicamente (perchè il lavoro non è nè di destra nè di centro e nè di sinistra), mandare in Parlamento i propri rappresentanti e attuare tutte le politiche di cui sopra.
L'abbiamo scritto già molte volte. I numeri sono dalla nostra parte (3.500.000 di precari che arrivano a 6.000.000 se si contano i lavoratori in nero), manca solo l'unione. Perchè per rendere reale questo progetto bisogna che tutti i lavoratori precari (e non) siano uniti con noi in questa battaglia. Perchè o ci uniamo e andiamo nella stanza dei bottoni per cambiare la politica sciagurata degli ultimi 20 anni o siamo destinati a soccombere.

Per questo ti sproniamo ad unirti a noi: per farlo clicca qui, vai nell'area pubblica e aggiungii tuoi dati al nostro database. Ti aggiorneremo così sulle nostre uniziative e sul percorso che ci porterà a diventare un vero e proprio partito.

Grazie per l'attenzione
Lo staff di
Aboliamo il Lavoro Precario









Cosa può fare un lavoratore precario?