martedì 24 maggio 2011

LA LEZIONE DI PISACANE (ovvero quando lo schiavo combatte il suo liberatore)

C’è chi, tra i precari, ci ha scritto che i nostri post sono troppo lunghi e che non ha tempo per leggerli; ma per guardare il Grande Fratello, L’Isola dei Famosi e stronzate varie il tempo non manca mai.

C’è chi, tra i precari, si lamenta con noi perché non abbiamo avuto stile e mantenuto dignità chiedendo un contributo economico per organizzare l’incontro nazionale; mentre a chi calpesta e umilia ogni giorno la dignità di milioni di lavoratori precari, non ci si pensa.

C’è chi, tra i precari, dice che inviamo troppe email e che non ci sta dietro; dove il troppe sarebbero mediamente un’email a settimana, raramente due.

C’è chi, tra i precari, non guarda o condivide un video, che serve a promuovere il nostro movimento contro il precariato, ma i video sui cani parlanti e i bambini ridenti, quelli da centinaia di migliaia di visualizzazioni, non se li fanno mai scappare.

Oltre ad essere una generazione di pecore immobili e rimbecillite dalla troppa televisione o dai troppi giochini idioti di Facebook, vi siete talmente bevuti il cervello da non capire che questi non sono tempi in cui si può perdere tempo a discutere sulla lunghezza o sullo stile di un post o sulla quantità di email che vi si manda.

Non vi rendete conto che stiamo annegando nella merda più oscura, e voi, come se fosse la cosa più normale da fare, vi permettete di polemizzare sul colore del salvagente che vi si lancia?

Lasciatecelo dire: o siete pazzi o siete idioti!

E noi siamo ancora più idioti di voi. Noi che vogliamo cancellare il precariato, che vogliamo ridare dignità e futuro ai 4 milioni di lavoratori precari italiani e che mai ci saremmo aspettati di dover combattere proprio con gli stessi precari.

Ci sentiamo come il povero Pisacane e i suoi, che partirono per salvare il popolo dall’oppressione borbonica e finirono per essere massacrati proprio da coloro che volevano salvare.

Ma Pisacane sapeva che il popolo era ignorante, anzi mantenuto apposta nell’ignoranza; perché l’ignorante non solo non sa di essere schiavo ma addirittura combatte per mantenerla la sua schiavitù. Proprio come state facendo voi precari. Schiavi felici di essere schiavi.

E proprio perché lo sapeva aveva sottoscritto questo giuramento; e noi come già fece lui e tutti gli altri italiani che credevano in un’Italia migliore, lo pronunciamo, nonostante voi, ancora una volta:

(da Wikipedia)

«Noi qui sottoscritti dichiariamo altamente, che, avendo tutti congiurato, sprezzando le calunnie del volgo, forti nella giustizia della causa e della gagliardia del nostro animo, ci dichiariamo gli iniziatori della rivoluzione italiana. Se il paese non risponderà al nostro appello, non senza maledirlo, sapremo morire da forti, seguendo la nobile falange de’ martiri italiani. Trovi altra nazione al mondo uomini, che, come noi, s’immolano alla sua libertà, ed allora solo potrà paragonarsi all'Italia, benché sino ad oggi ancora schiava »

Ora sta a te, lavoratore precario che leggi questo post, decidere se rimanere nel branco di pecore che invece di reagire alle proprie disgrazie non sanno fare altro che belare immobili, oppure pronunciare insieme a noi questo giuramento e soprattutto rendergli onore.


F.to

Lo staff di

Aboliamo il lavoro precario

Cosa può fare un lavoratore precario?