Il lavoro precario com’è oggi gestito in Italia è una piaga che umilia i lavoratori di qualsiasi categoria e non gli permette non solo di crearsi un futuro dignitoso ma nemmeno di sperare di poterne avere uno.
Chi è stato o è lavoratore precario sa bene che ogni altro commento è superfluo.
I responsabili di tale piaga sono stati i partiti politici di ogni schieramento. Ad iniziare dal centro-sinistra che nel 1997 col governo Prodi, con la legge 167 sul lavoro interinale del ministro Treu (il famoso pacchetto Treu sul lavoro), introdusse per la prima volta in Italia questa vergogna a finire con la destra del governo Berlusconi che con la legge del ministro Maroni del 2003, impropriamente detta legge Biagi, senza contare le successive modifiche del 2008, ha permesso la liberalizzazione in maniera assolutamente sproporzionata della flessibilità nel lavoro senza prevedere nessun tipo di tutela per il lavoratore una volta cessato il contratto
I sindacati intanto stanno a guardare e se da una parte predicano bene manifestando contro il lavoro precario dall’altra hanno accettano senza colpo ferire tutte le modifiche che i vari governi hanno apportato alle tipologie di contratto di lavoro distruggendo man mano quei diritti dei lavoratori che si credeva ormai acquisiti.
Tutto ciò ci fa comprendere come oggi sia impossibile il solo pensare di affidare le speranze di una possibile eliminazione, o anche ridefinizione in termini più vantaggiosi per il lavoratore, di tale pratica vergognosa, da parte di qualunque partito politico o movimento sindacale.
Questo gruppo perciò nasce con l’intento di unire tutti i lavoratori precari e tutti coloro che pensano che il lavoro precario sia oggi da cancellare dall’ordinamento legislativo italiano, al solo e unico scopo di creare un partito politico che lavori per cancellare definitivamente tale obbrobriosa pratica.
Scegliamo questo modo di azione perché crediamo possa essere l’unico e solo modo democratico per eliminare il lavoro precario e perché crediamo che solo l’unione di tutti i lavoratori precari e non in un movimento politico che si costituisca unicamente con tale intento possa incidere, a forza di voti, in Parlamento.
Ad oggi si stimano oltre 3,5 milioni di lavoratori precari in Italia (altre stime parlano di 6.000.000). Molteplici sono state le manifestazioni contro tale pratica ma nessuna è mai riuscita a sensibilizzare i partiti politici che hanno sempre e solo fatto gli interessi delle grandi aziende e mai quelli dei lavoratori, soprattutto più giovani, che vedono oggi scomparsi quei diritti fondamentali sul lavoro acquisiti in decenni di lotte da parte di tutti i lavoratori.
Ci fanno credere che oggi il lavoro precario sia necessario, che sia l’unico modo per combattere la disoccupazione, che a causa della globalizzazione e della crisi le aziende non possono più assumere a tempo indeterminato, che il lavoro deve essere considerato al pari di tutte le altre merci. Hanno lavorato anni per dividere i lavoratori e distruggere i sindacati, di questi tempi più che mai inadeguati e impotenti di fronte a qualsiasi malversazione subita dai lavoratori. Hanno lavorato bene facendo sprofondare i lavoratori nell’incubo della precarietà e soprattutto facendogli credere che sia l’unico modo possibile per guadagnarsi il pane quotidiano.
A TUTTO QUESTO NOI DICIAMO FORTISSIMAMENTE NO. “Divide et impera”, “dividi e domina”, dicevano gli antichi romani. Questa divisione dei lavoratori oggi è realtà e proprio grazie ad essa viene resa impossibile qualsiasi azione da parte dei lavoratori contro il lavoro precario.
PERTANTO VOGLIAMO FONDARE UN PARTITO POLITICO FUORI DA OGNI LOGICA IDEOLOGICA CHE RACCOLGA I VOTI DI TUTTI I LAVORATORI PRECARI E NON, AL SOLO SCOPO DI CREARE UNA FORZA PARLAMENTARE CHE ABBIA COME UNICO OBIETTIVO QUELLO DI CACELLARE IL LAVORO PRECARIO.
Questo gruppo nasce perciò per raccogliere le adesioni di tutti coloro, giovani e vecchi, associazioni e non, che credono che tale progetto sia possibile. Chiediamo a tutti i lavoratori di smettere di votare i partiti politici oggi esistenti e di appoggiare la nostra causa perché riteniamo che sia l’unico e solo modo per eliminare veramente il lavoro precario in Italia.
Alla contrapposizione degli interessi delle lobby e dei poteri forti, non c’è che un’unica alternativa democratica e cioè quella di creare una lobby dei lavoratori che agisca solo e unicamente per gli interessi dei lavoratori e principalmente per l’eliminazione del lavoro precario in Italia.
Il nostro lavoro si limita oggi al raccogliere adesioni a questo gruppo. Ma quando le adesioni risulteranno numericamente importanti sarà nostro compito organizzarci con tutti coloro che hanno aderito al progetto in comitati cittadini, provinciali e regionali, in modo da poter poi formare un comitato nazionale; dopodiché vaglieremo tutti insieme un nome, uno statuto e il simbolo di questo partito che verrà immediatamente registrato e reso attivo in modo da poter poi partecipare alle prossime votazioni politiche con candidati che verranno scelti, in modo assolutamente condiviso da parte di tutti i membri dei comitati, con votazioni a maggioranza.
Sarà anche nostra cura introdurre nello statuto del partito una norma che limiti gli introiti di ogni eletto, ad uno stipendio base adeguato alle responsabilità di ognuno ma non eccessivo nel rispetto dei bassi stipendi che oggi i lavoratori precari, e non, sono costretti ad accettare a dimostrazione che tale partito vuole nascere non per associarsi alla vergognosa casta dei politici ma solo e unicamente per costringere il Parlamento ad eliminare il lavoro precario e tutte quelle forme di sfruttamento ad esso associate.
Invitiamo pertanto tutti i visitatori di questo sito ad aggregarsi alla nostra battaglia e di diffondere i nostri link in modo che quante più persone, lavoratori precari e non, possano essere poste a conoscenza del fatto che esiste finalmente in Italia un movimento che ha deciso che il lavoro precario è una pratica vergognosa che va definitivamente eliminata dall'ordinamento legislativo italiano. Se siete iscritti a Facebook unitevi al nostro gruppo altrimenti mandateci un'email, vi contatteremo appena possibile.
io non sono per l'eliminazione del lavoro precario, nel senso che i continui cambiamenti di situazioni lavorative non mi dispiacciono. mi annoierei a morte a fare sempre e solo la stessa cosa. in piu' mi sembra che abolire i precari sia una ritorsione contro se stessi. il precariato poi investe varie parti della propria vita, mica solo il lavoro. proporrei piuttosto di chieder di istituire delle garanzie salariali e di reddito, unite a gratuità dei srvizi per i lavoratori precari che a quel punto vedrebbero ridotta la precarieta' della loro intera vita. questo mi piacerebbe. abolire il precariato mi sembra un po' una stronzata, con rispetto alla vostra battaglia.
RispondiEliminaIl tuo ragionamento potrebbe risultare valido se le ultime leggi create per regolare il precariato (o lavoro flessibile ecc.) non avvessero creato una completa deregulation rispetto ad una possibile protezione sociale che impedisca al lavoratore precario una volta finito il lavoro a termine di risultare inoccupato e doversi trovare un nuovo lavoro.
RispondiEliminaInoltre il pensiero che un lavoratore precario, come tu dici, possa scegliere di cambiare lavoro a proprio piacimento una volta teminato il contratto è pura utopia, almeno in Italia.
Infatti il nostro mercato del lavoro è da decenni in crisi. Noi non siamo nè l'America e nemmeno l'Inghilterra che hanno un mercato del lavoro enorme e aperto a qualsiasi cambiamento.
La verità è che la stragrande maggioranza dei lavoratori precari preferirebbe avere un posto fisso che gli permetta di avere tutta una serie di fattori di stabilità, come pagare il mutuo o l'affitto di casa, le bollette, magari farsi una vacanza decente, ecc. ecc.
Il problema è invece che una volta fuoriusciti dall'ultimo contratto diviene per il lavoratore precario estremamente difficile riuscire a trovare un altro posto di lavoro.
In più spesso le aziende utilizzano contratti atipici per ricattare il lavoratore precario che può essere licenziato in qualsiasi momento e che perciò è costretto a subire malversazioni senza reagire. Spesso infatti tali lavoratori non percepiscono straordinari pur facendoli, o non gli vengono pagate le vacanze o addirittura l'inps o la mutua ecc. ecc.
Il tuo caso è bene che tu lo comprenda è un caso assolutamente isolato.
Se avessimo avuto una classe politica efficente e comprensiva delle problematiche del lavoro, questi avrebbero dovuto prima studiare in modo profondo il mercato del lavoro in Italia e dopo un'attenta analisi prima di varare le leggi che permettevano il precariato, avrebbero dovuto creare tutta una serie protezioni sociali per i lavoratori precari. La questione è anche che il nostro debito pubblico non permette queste protezioni o esse risultano ampiamente sottostimate rispetto ai reali bisogni di un lavoratore che perde il posto di lavoro.
Senza contare anche i casi dei lavoratori precari che hanno una certa età e a cui risulta estremamente difficile rientrare nel mercato del lavoro.
Queste e tante altre sono le ragioni che ci inducono a pensare che oggi come oggi in Italia il lavoro precario e/o flessibile debba essere abolito.
Scusa anonimo ma come puoi dire che abolire il precariato è "una stronzata"? come puoi dire che la flessibilità e quindi il poter cambiare spesso lavoro è bello? Ma di quale lavoro parli?ma vivi in Italia o all'estero dove ancora.. forse... le possibilità di lavoro ci sono ancora! Vivo in Sardegna, sono laureata Ho tre specializzazioni e un master universitario e tanta esperienza professionale...eppure e da vent'anni che vivo la condizione di precaria, non sò se dalle tue parti le opportunità lavorative siano maggiori, ma ti assicuro che qui in Sardegna la situazione è di una gravità enorme...la gente non sà più di che vivere e la rabbia stà montando sempre più! dobbiamo organizzarci per vivere in modo più civile e non sotto continuo RICCCATTTO esercitato dalla politica sia di centro destra che di centro sinistra! i precari sono un prodotto cinicamente costruito dalla politica...non esistendo più il sottoproletariato da riccccatttare e da tenere in scacco e fonte inesauribile di voti, si sono inventati i precari. Condivido il pensiero di Aboliamo il precariato!
RispondiEliminaUna stronzata abolire????Non so tu...ma io lavoro da 4 anni con contratti settimanali e mi rinnovano tramite un sms, e vedo colleghi che licenziano come niente dopo essersi fatti un mazzo...ci sfruttano come vogliono, non esiste malattia altrimenti non ti rinnovano la settimana prossima, non puoi fare un progetto, e tante tante altre cose-...mi sa che la stronzata l'hai detta te!!!!!
RispondiEliminaAbolire il precariato per legge è impossibile, con una rihciesta del genere non si andrebbe da nessuna parte, se invece si facesse in modo che un lavoratore precario costasse all'industria o allo stato stesso molto di più di un lavoratore a posto fisso, allora si che il ricorso a contratti a tempo determinato sarebbe fortemente ridotto all'essenziale.
RispondiEliminaCaro anonimo il fatto che tu scriva queste cose dimostra come il lavaggio del cervello da parte dei media di regime abbia funzionato alla grande. La legge di cui parli tu in realtà è praticamente attiva. Cioè a conti fatti per un'azienda un lavoratore precario, se si dovessero rispettare tutte le leggi che regolamentano tale pratica, costa già più di un lavoratore assunto a tempo indeterminato. Il problema è che esistono talmente tante tipologie di lavoro precario e alcune delle quali sono talmente deregolamentate che il datore di lavoro può decidere, ricattando il lavoratore, di fare praticamente quello che vuole.
RispondiEliminaIn realtà la vera convenienza da parte del datore di lavoro ad avere lavoratori precari è quella della possibilità di utilizzarli per il periodo di tempo che ritiene necessario e sopratutto perchè un lavoratore precario a fine contratto risulta enormemente ricattabile perciò sarà difficile che recriminerà il pagamento degli straordinari o delle ferie godute o altri benefit di cui i lavoratori a tempo indeterminato godono. Insomma la ricattabilità del lavoratore è uno dei fattori di convenienza più importante per il datore di lavoro.
Poveri noi ... ma che di morte dobbiamo moririe? Ma come dobbiamo "lavorare-vivere" in questo paese? Forse, hanno deciso, che dobbiamo "vivere non più a lungo termine" perchè non ci è più consentito vista il lavoro precario che oramai incombe come una spada di Damocle. Forse sì, dobbiamo vivere a breve termine che a furia di incazzature varie per come aumenti il costo della vita presto ci ritroveremo a soffrire di gastrite o magari di Ipertensione per le troppe ansie e preoccupazioni di come dover pagare un mutuo e ancora più umiliante un affitto perchè magari non si potrà mai essere in grado di comprare casa specie se non hai lavoro oppure hai un lavoro precario o peggio ancora se hai genitori su cui non poter contare. Certo che se non c'è stabilità economica non potranno neanche esserci dei figli e se le cose continuano così il mio ottimismo potrebbe trasformarsi in "Pessimismo Cosmico Leopardiano" per cui mi piacerebbe chiedere alla classe politica: "La generazione di donne e uomini che va dai 30 ai 40 anni e non solo, magari sono laureati e con diversi titoli culturali con altrettanta esperienza professionale a quale futuro dovrebbe aspirare? Un futuro con contratto a progetto? Disoccupati a vita? Lavorare in Nero? Queste umiliazioni per capirle veramente, bisognerebbe provale in prima persona ... a voi le conclusioni!!!
RispondiEliminapossibile che in tutto il testo non vi sia un minimo riferimento a nomi, cognomi, persone vere, luoghi? Di cosa avete paura?
RispondiEliminaForza, ragazzi, fatevi vedere, non nascondetevi.
Noi non ci nascondiamo.
RispondiEliminaDavide, Gianluca, Vittorio, Tiziana, Francesca, Carlo, Michele, Aldo, Rosa, ecc. ecc.
Siamo semplici precari come tutti voi, sparsi in giro per l'Italia e che si sono stancati di fare gli schiavi. Semplice!!!
Da parte mia mi trovo fermamente convinto a lottare per questa causa.
RispondiElimina...è un pò come quella di non molti....secoli fà...
B.emiliano
Chi scrive che abolire il lavoro precario è una stronzata, vuol dire che non vi è mai passato in questa situazione, o forse vi è passato solo in giovinezza.
RispondiEliminaQuest'anno sto svolgendo il mio 22esimo anno da precario, nell'attesa della stabilizzazione, non ho potuto fare progetti per il mio futuro, non ho potuto crearmi una famiglia perchè sempre in bilico in attesa di un rinnovo del contratto o dell'aspirata e dovuta stabilizzazione.
Una vita perduta, considerando che quando sei giovane, hai la forza di riciclarti, ma andando con gli anni, la maggior parte di aziende ti considera vecchio e non produttivo quanto un giovane appena laureato.
Non hai mai progressione di carriera e riparti sempre da zero, quindi il tuo stipendio è uguale a quello di un altro appena assunto, inoltre, tutti i periodi non lavorati non si cumulano negli anni, anzi si sottraggono, per cui, ogni 5 anni, se lavori 10 mesi l'anno, ti ritrovi un anno in meno di contributi per poter andare in pensione, quindi alla fine per poter andare in pensione devi fare almeno 42 anni e se tutto si ripete, arrivi a 72 anni per ottenere uno straccio di pensione.
Solo chi non sa cosa vuol dire una vita da precario può affermare che il precariato è qualcosa di bello.
Ma perchè non si introduce il periodo di prova di massimo 6 mesi al posto dei contratti a termine come mi risulta esista nel resto d'Europa? Dopo quei 6 mesi l'azienda può decidere: o ti assume o no.
RispondiEliminaConcordo. 6 mesi di prova al massimo. Ma ciò non basta. Se ci fermassimo solo lì le aziende sottoscriverebbero solo contratti di prova, così saremmo punto e a capo. Oltre alla costrizione se assumere o no bisognerebbe aggiungere la clausola che la stessa azienda se sceglie di lasciarti a casa non può sottoscrivere un altro periodo di prova nella stessa mansione ad altre persone IMMEDIATAMENTE DOPO la tua "disdetta". Significherebbe che ha BISOGNO di quella mansione e ciò renderebbe OBBLIGATORIA la tua assunzione.
RispondiEliminaIl precariato, blocca l'economia perchè al precario non fanno prestiti e anche se lo stato garantisce cè da chiedersi se il precario e disposto a farsi togliere la casa dato che in 12 mesi ha lavorato solo 6.I sindacati che sono i cani da guardia del potere corrente anno tante colpe compresa quella di non averci mai difeso,la politica,?difende le aziende,e lo fà con la legge,Biagi insomma per farla breve, bisognerebbe cambiare queste mentalità rivolta solo allinteresse delle lobbi.Insomma sia politici,che sindacati avete ridotto l'economia,al pari di quella del Mozambico,e,Zambia,bisognerebbe esiliarvi tutti,all'Asinara.
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