Oggi è il primo maggio. Molti lavoratori lo festeggiano ma pochi ancora ne conoscono il vero significato.
Il primo maggio è il ricordo delle manifestazioni soppresse nel sangue dei lavoratori di Chicago del 1886.
Il primo maggio è l’idea della Seconda internazionale di Parigi del 20 luglio del 1889 di una grande manifestazione unitaria da tenersi in tutto il mondo da tutti i lavoratori del mondo contemporaneamente.
Il primo maggio in Italia è il 1947 con la strage di Portella della Ginestra in cui gli uomini di Salvatore Giuliano sparano sulla folla durante il comizio.
Il primo maggio è stato lacrime e sangue di tutti i lavoratori. Il primo maggio è stato lotta per lavorare 8 ore invece di 12 e per raggiungere condizioni ed un salario migliori. Il primo maggio è stato sacrificio e consapevolezza di combattere per propri diritti e per quelli delle generazioni a venire. Il primo maggio è stato unità di tutti i lavoratori del mondo.
Oggi il primo maggio si festeggia per onorare questi lavoratori che hanno lottato e perso la vita per i nostri diritti. Si dovrebbe anche festeggiare per ricordare quanto è dura la lotta che porta a conquistarsi la propria dignità, il proprio futuro, la propria vita.
Ma noi in quanto lavoratori precari non siamo assolutamente degni di questa ricorrenza. Noi non abbiamo minimamente lottato per i nostri diritti; noi non abbiamo fatto sacrifici per riconquistarli; noi non abbiamo mosso un solo dito contro chi ci costringeva all’umiliazione alla povertà e allo sfruttamento. Pecore pigre e rassegnate alla schiavitù. Schiavi felici di essere schiavi, questo siamo diventati. E dovremmo onorare il primo maggio?
NOI SIAMO LA VERGOGNA DEL PRIMO MAGGIO. Il primo maggio dovremmo chiuderci in casa e non farci vedere da nessuno. Restare attaccati al computer a chattare e cazzeggiare, l’unica cosa che sappiamo ancora fare bene. Bruciare il nostro tempo in battaglie virtuali, che a nulla servono nella realtà, mentre i poteri forti continuano a fotterci il futuro. Come riusciremo a guardare i nostri figli negli occhi quando ormai sarà troppo tardi per reagire e li avremo condannati ad un futuro di desolazione?
Possiamo, però, ancora rimediare. Oggi possiamo ancora ridare significato al primo maggio, alle lotte e ai sacrifici dei lavoratori di tutto il mondo.
Oggi è venuta l’ora di svegliarsi e lavorare assieme per eliminare il lavoro precario una volta per tutte. Noi lo stiamo facendo; stiamo cercando di unire in un unico movimento politico non ideologico tutti i lavoratori precari e tutti coloro che credono che il precariato sia una bestemmia. Aiutateci a far crescere il nostro movimento affinché tutti i precari possano sapere che c’è ancora una speranza per uscire dal tunnel del lavoro a chiamata. Perché solo se riusciremo a unirci tutti potremo veramente sperare di riappropriarci dei diritti che ci hanno rubato e riscattare la nostra dignità di lavoratori di fronte a coloro che hanno combattuto per il nostro futuro e finalmente ritornare degni di festeggiare il primo maggio.
Clicca sul link in alto a destra del sito e diventa un nostro attivista. Insieme nessuno potrà fermarci.
Grazie per l’attenzione
Lo staff di
Aboliamo il lavoro precario
PS
Quando i sindacati cominceranno a pensare meno ai concerti e più ai diritti dei lavoratori forse potranno ritornare degni del compito che si sono dati.
Anche fino a quando UN SOLO lavoratore PRECARIO sarà in causa con la CGIL o altro sindacato:http://licenziatidallacgil.blogspot.com/2011/04/occupato-il-nidil-cgil-nazionale-da.html
RispondiEliminaI precari sono l'anomalia di ciò che festeggia il 1°maggio, ma non la vergogna. Quest'ultima è prerogativa della politica, che non ha come centralità una politica dei giovani; vergogna è di chi pensa che il precariato sia solo un male da combattere e non una forma"voluta" e mantenuta dal capitale; vergogna è di chi pensa al precario per motivi meramente ideologici e non come un crimine contro la persona; vergogna è di chi non fa niente davanti alla distruzione di un'intera generazione. Ai giovani mi sento solo di dire che il futuro ve lo potete solo conquistare e non sperate che ci sia qualcuno che pensa a voi. Voi potete decidere del vostro futuro...solo voi!
RispondiEliminaAnch'io sono una precaria. Ma non mi riconosco nel fatto di cazzeggiare e stare davanti al computer a non fare niente. Chi è precario lavora magari anche di più, ma con assolutamente zero tutele. Credo che sia ora di finirla con i vittimismi e sono d'accordo con idelbo quando dice che il futuro dobbiamo costruircelo noi, rimboccandoci le maniche e magari inventandocelo un lavoro, che magari ci dà anche più soddisfazione del posto fisso.
RispondiEliminaTroppo facile dire: "dobbiamo inventarcelo noi un lavoro...". Ma se l'unico lavoro che ci permetto di fare è "sfruttamento" e l'unico pane che ci permettono di mangiare è "pietra" che cosa possiamo ancora inventarci?
RispondiEliminaVittimisti noi? Noi siamo realisti e raccontiamo la verità!
Vittima è colui che accetta il lavoro precario, come unico modo di guadagnarsi il pane quotidiano. Vittima stupida e inconsapevole.
Chiedi a chi è precario da 10 e più anni, ha 50 anni e l'azienda magari ha deciso di non rinnovargli il contratto. Chiedi a questa gente che ha famiglia e un mutuo da pagare di inventarsi un lavoro.
Qua non bisogna inventare proprio nulla. Qua bisogna solo riguadagnare i diritti più che giusti ad un lavoro che permetta di non essere ricattato ogni giorno e di vivere dignitosamente!
Tutto il resto è fuffa!!!
inserire contratto retributivo minimo mensile di 1000 £
RispondiEliminaper cki lavora 40 ore settimanali.
valevole per ogni tipo di contratto.
tanto e solo una lotta per lavori sottopagati.
e mi raccomando comprate made in italy o eu .