domenica 10 aprile 2011

RITORNO ALLA PRECARIA NORMALITA'

La manifestazione è finita. I discorsi sono stati fatti. La rabbia è stata fatta sfogare.

C’è chi era mascherato; chi gridava slogan; chi cantava; chi ballava; chi raccontava la sua storia di precaria/o. C’erano i precari ricercatori; i precari delle forze dell’ordine e militari; i precari della sanità; i precari dell’amministrazione pubblica; i precari della scuola; i precari dell’industria; i precari giornalisti. C’erano proprio tutte le tipologie possibili di precari.

Chi era sul palco a leggere; chi era sotto ad ascoltare; chi mostrava manifesti; chi li guardava; chi fotografava e chi filmava; chi portava la bandiera e chi fischiava. Insomma c’era tutto il campionario necessario a far affermare senza ombra di dubbio che la manifestazione è riuscita.

Ma domani? Cosa cambierà domani nelle vite di noi precari? Dopo quest’abbuffata di belle parole e buoni sentimenti, di slogan, di discorsi e chi più ne ha più ne metta, cosa realmente, concretamente cambierà per tutti i lavoratori precari?

Permetteteci di rispondere come faceva il Gioacchino Belli: UN CAZZO!

A dispetto di questa manifestazione, dell’ottimismo che vi ha inculcato e della presa di coscienza sulla reale situazione in cui vi trovate, per quei lavoratori precari che hanno una famiglia o vivono da soli le bollette continueranno ad arrivare puntuali come la morte; lo stesso la rata del mutuo della casa (per quei rarissimi casi in cui un lavoratore precario è riuscito ad ottenerlo) e probabilmente l’identica cadenza avranno le rate dell’auto o della moto o di qualsiasi cosa abbiate avuto la sfrontatezza di comprare nonostante la vostra tragica situazione. L’unica cosa che continuerà a rimanere insicura nella vostra vita sarà naturalmente il vostro lavoro. Precario, appunto!

Ironizziamo? Certo! Perché quando la situazione è disperata come quella di un lavoratore precario non rimane che appoggiarsi all’ironia. E a dire il vero qui la situazione è molto più che disperata:

- nel biennio 2009-2010, il 76,1% delle assunzioni è stato stipulato utilizzando i contratti temporanei (66,3% a tempo, 8,6% con collaborazioni, l' 1,2% con le altre tipologie)

- dei 7,1 milioni di nuovi rapporti di lavoro femminile attivati tra il 2009 e il 2010, il 78,4% per cento è avvenuto con contratti precari contro il 73,4% per cento degli uomini.

- in un decennio il tasso di disoccupazione giovanile è passato dal 23% al 30%

- circa il 30% dell’ultimo stipendio a 70 anni di età è molto probabilmente l’entità della pensione che toccherà ad un lavoratore che ha fatto più di 10 anni di precariato.

- un infortunio su tre è subito da un lavoratore precario

E allora cosa fare, rassegnarsi? Per magari aspettare la prossima manifestazione dove ricominciare tutta la tiritera della protesta e raccontare ancora una volta la propria situazione di lavoratrice/tore precaria/o? Oppure continuare a votare il proprio partito di riferimento nella speranza che le promesse fatte, sempre le stesse da un quindicennio, alla vigilia delle ultime elezioni siano mantenute?

Ma noi diciamo: non vi siete ancora stancati delle promesse? Non vi rendete conto che gli anni passano e arrivare a 40 anni come lavoratore precario significa avvicinarsi pericolosamente alla via della disoccupazione? Quante ferie e straordinario non pagati dovete ancora fare? Quanti ricatti e malversazioni dovete ancora subire? Quante umiliazioni e frustrazioni ancora ci vogliono per farvi colmare di rabbia?

La manifestazione è finita e tutto ricomincerà come prima. Noi, che siamo precari come voi, però abbiamo deciso che non sarà così! Noi abbiamo deciso di reagire: abbiamo deciso di eliminare il lavoro precario una volta per tutte. Non diminuirne gli effetti, non renderlo meno pesante o più sostenibile. ELIMINARLO PER SEMPRE!!!

Ma come sarà possibile? Come riusciremo noi poveri precari a cancellare il precariato senza l’aiuto dei potenti partiti?

La risposta è semplice: NOI SAREMO PARTITO! Noi saremo lobby a favore di tutti i lavoratori precari italiani. Abbiamo i numeri, che sono forza, abbiamo la volontà, che è potere. Ci manca solo una cosa,la più importante: L’UNIONE!

Ecco perché vi sproniamo a unirvi a noi. Siamo già migliaia ma dobbiamo diventare milioni e una volta che lo saremo nessuno potrà fermarci. Nessuno potrà impedirci di costituire un nostro partito, non più fondato su vecchie basi ideologiche, ma sulla determinazione di ridare speranza agli italiani. Perché il lavoro non si può dire né di centrodestra né di centrosinistra e così tutti gli altri problemi che questa povera nazione ha bisogno di affrontare e risolvere.

Ecco perché dobbiamo mandare i lavoratori precari in Parlamento in rappresentanza di tutti gli altri a cancellare una volta per tutte le leggi che hanno imposto il precariato e che hanno schiavizzato più di una generazione di italiani. Perché solo chi vive la precarietà sulla propria pelle sa cosa significa essere un lavoratore precario e sa che l’unico modo per risolvere la sua situazione è eliminare il lavoro precario.

Se vuoi partecipare attivamente a questo progetto clicca su logo “diventa attivista di aboliamo il lavoro precario” e iscriviti al nostro movimento. Potremo così tenerti aggiornata/o sui passi che ci porteranno a diventare un partito politico e soprattutto sulla data della prossima riunione generale che organizzeremo per contarci e discutere sull’organizzazione del partito.

Se sei un lavoratore precario e ti sei stancato della tua situazione unisciti a noi. Se hai un amico o parente che è un lavoratore precario e vuoi aiutarlo unisciti a noi. Se sei uno studente e non vuoi diventare un precario unisciti a noi. Se sei un pensionato e non vuoi che i tuoi nipoti vivano una vita da precari unisciti a noi.

Unisciti a noi perché noi siamo l’unica e sola soluzione possibile al lavoro precario. Unisciti a noi e aiutaci a cancellarlo definitivamente.

Grazie per l’attenzione
Lo staff di
Aboliamo il lavoro precario

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Cosa può fare un lavoratore precario?