Giriamo con preghiera di diffusione a tutti i lettori l’email di un lavoratore che ci chiede aiuto per far conoscere la situazione che si è venuta a creare presso i magazzini del GS-Carrefour di Pieve Emanuele (Mi) rispetto alle richieste della dirigenza che intende alzare i ritmi di lavoro a 10-12 ore al giorno.
La cancellazione dei diritti fondamentali dei lavoratori inizia proprio con l’incremento dei ritmi e delle ore di lavoro. L’incremento di quelle 8 ore che sono state conquistate a fronte di grandi sacrifici e numerose lotte dei lavoratori di fine ottocento e inizio 900.
Per il rispetto di coloro che hanno combattuto e sono morti per darci quei diritti che oggi i poteri forti vogliono cancellare, noi tutti lavoratori, precari e non, non possiamo rimanere inerti e di fronte alle malversazioni di chi mette il “profitto” al di sopra dei diritti dei lavoratori dobbiamo reagire uniti e dire fortissimamente NO!!!
E’ indegno e vergognoso usare lo strumento della Cooperativa, nata con intenti illuminati, per far scontrare i lavoratori tra di loro; agire di nascosto, come fa GS-Carrefour, in modo da fomentare la “guerra tra i poveri” che si scannano tra loro in una lotta al ribasso fra trattamento economico e condizioni di lavoro sempre peggiori.
Di fronte a chi ha come unico dio ”il denaro” e unica bibbia “il mercato”, noi esistiamo in quanto “consumatori” e veniamo misurati rispetto alla nostra “capacità di consumo”. E visto che non possiamo essere trattati unicamente come uomini e donne ma appunto solo come consumatori oggi decidiamo di far valere la nostra forza “economica” chiedendo a tutti i lettori di BOICOTTARE gli ipermercati GS-Carrefour e in special modo quello di Pieve Emanuele (Mi) fino a quando i 70 magazzinieri non verranno reintegrati nel loro posto di lavoro alle condizioni di lavoro precedenti la protesta.
Perché se il profitto è ciò a cui loro danno maggiore importanza, nel profitto noi dobbiamo “toccarli”, boicottandoli in modo da decrementarlo il più possibile affinché si rendano conto della nostra forza e della nostra volontà!
Questo è l’unico modo pacifico che ancora ci rimane per lottare. Questo è l’unico modo utile che ancora abbiamo per far valere i nostri diritti. Ma tale metodo funziona solo se riusciremo ad essere tutti uniti in questo intento.
Per questo chiediamo con forza di girare, stampare, diffondere il più possibile questo messaggio, affinché questa lotta non sia vana, perché qui non si sta combattendo solo per i diritti dei magazzinieri del GS-Carrefour di Pieve Emanuele, qui si sta combattendo per i diritti di tutti i lavoratori italiani, per i nostri e per quelli dei nostri figli e se perderemo una maglia in più sarà aggiunta alla catena della schiavitù che i poteri forti ci stanno preparando.
Grazie per l'attenzione
Lo staff di
Aboliamo il Lavoro Precario
Di seguito la lettera:
Buonasera,
scrivo a nome e per conto di un gruppo (circa 70 persone) di lavoratori presso il magazzino Carrefour sito in Pieve Emanuele (Milano).
Da più di un mese è in atto una guerra tra i lavoratori e relativo sindacato e la cooperativa che gestisce il lavoro all'interno del magazzino, sfociata in uno sciopero da parte dei lavoratori.
Il problema è che la cooperativa, spalleggiata in questa sua azione dalla direzione del magazzino gs/carrefour, vuole alzare i ritmi di produzione per guadagnare di più, fregandosene altamente della salute dei lavoratori (provate voi a lavorare per 10 - 12 ore al giorno alzando pacchi anche molto pesanti e avendo una pausa di mezz'ora) e ora non vuole permettere a queste 70 persone di tornare a lavorare.
Hanno assunto personale tramite altre cooperative e agenzie interinali per sostituire questi lavoratori senza neanche dargli un'adeguata preparazione (praticamente li hanno "buttati allo sbaraglio") e tutto questo per puro capriccio e per un tornaconto personale.
Mi chiedo e vi chiedo, ora questi lavoratori che giustamente protestavano per avere condizioni migliori e più umane, come faranno a mantenere le loro famiglie?
Firmato
uno dei 70 magazzinieri GS-Carrefour
La cancellazione dei diritti fondamentali dei lavoratori inizia proprio con l’incremento dei ritmi e delle ore di lavoro. L’incremento di quelle 8 ore che sono state conquistate a fronte di grandi sacrifici e numerose lotte dei lavoratori di fine ottocento e inizio 900.
Per il rispetto di coloro che hanno combattuto e sono morti per darci quei diritti che oggi i poteri forti vogliono cancellare, noi tutti lavoratori, precari e non, non possiamo rimanere inerti e di fronte alle malversazioni di chi mette il “profitto” al di sopra dei diritti dei lavoratori dobbiamo reagire uniti e dire fortissimamente NO!!!
E’ indegno e vergognoso usare lo strumento della Cooperativa, nata con intenti illuminati, per far scontrare i lavoratori tra di loro; agire di nascosto, come fa GS-Carrefour, in modo da fomentare la “guerra tra i poveri” che si scannano tra loro in una lotta al ribasso fra trattamento economico e condizioni di lavoro sempre peggiori.
Di fronte a chi ha come unico dio ”il denaro” e unica bibbia “il mercato”, noi esistiamo in quanto “consumatori” e veniamo misurati rispetto alla nostra “capacità di consumo”. E visto che non possiamo essere trattati unicamente come uomini e donne ma appunto solo come consumatori oggi decidiamo di far valere la nostra forza “economica” chiedendo a tutti i lettori di BOICOTTARE gli ipermercati GS-Carrefour e in special modo quello di Pieve Emanuele (Mi) fino a quando i 70 magazzinieri non verranno reintegrati nel loro posto di lavoro alle condizioni di lavoro precedenti la protesta.
Perché se il profitto è ciò a cui loro danno maggiore importanza, nel profitto noi dobbiamo “toccarli”, boicottandoli in modo da decrementarlo il più possibile affinché si rendano conto della nostra forza e della nostra volontà!
Questo è l’unico modo pacifico che ancora ci rimane per lottare. Questo è l’unico modo utile che ancora abbiamo per far valere i nostri diritti. Ma tale metodo funziona solo se riusciremo ad essere tutti uniti in questo intento.
Per questo chiediamo con forza di girare, stampare, diffondere il più possibile questo messaggio, affinché questa lotta non sia vana, perché qui non si sta combattendo solo per i diritti dei magazzinieri del GS-Carrefour di Pieve Emanuele, qui si sta combattendo per i diritti di tutti i lavoratori italiani, per i nostri e per quelli dei nostri figli e se perderemo una maglia in più sarà aggiunta alla catena della schiavitù che i poteri forti ci stanno preparando.
Grazie per l'attenzione
Lo staff di
Aboliamo il Lavoro Precario
Di seguito la lettera:
Buonasera,
scrivo a nome e per conto di un gruppo (circa 70 persone) di lavoratori presso il magazzino Carrefour sito in Pieve Emanuele (Milano).
Da più di un mese è in atto una guerra tra i lavoratori e relativo sindacato e la cooperativa che gestisce il lavoro all'interno del magazzino, sfociata in uno sciopero da parte dei lavoratori.
Il problema è che la cooperativa, spalleggiata in questa sua azione dalla direzione del magazzino gs/carrefour, vuole alzare i ritmi di produzione per guadagnare di più, fregandosene altamente della salute dei lavoratori (provate voi a lavorare per 10 - 12 ore al giorno alzando pacchi anche molto pesanti e avendo una pausa di mezz'ora) e ora non vuole permettere a queste 70 persone di tornare a lavorare.
Hanno assunto personale tramite altre cooperative e agenzie interinali per sostituire questi lavoratori senza neanche dargli un'adeguata preparazione (praticamente li hanno "buttati allo sbaraglio") e tutto questo per puro capriccio e per un tornaconto personale.
Mi chiedo e vi chiedo, ora questi lavoratori che giustamente protestavano per avere condizioni migliori e più umane, come faranno a mantenere le loro famiglie?
Firmato
uno dei 70 magazzinieri GS-Carrefour
Per maggiori info:
http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/06/09/foto/i_magazzinieri_in_catene_davanti_al_gs-4688784/1/
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/06/11/presidio-lavoratori-gs-vacanze-forzate-per-tutti.html
http://sionomagazine.blogspot.com/2010/04/assago-agitazione-sindacale-al.html
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/06/09/trattati-come-schiavi-in-catene-davanti-al.html
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