Una premessa: nell’universo esiste una legge fondamentale che dice: “Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”.
Da ciò ragioniamo:
ci hanno resi sfruttabili, umiliabili, sottopagabili, ricattabili, con il lavoro precario; ci impediscono di avere un futuro dignitoso e di darlo alle nostre famiglie; ci impediscono di andare in pensione e goderci la vecchiaia dopo 40 e più anni di lavoro; ci hanno rubato e continuano a rubare miliardi di euro con grandi opere assolutamente inutili come la TAV, il ponte sullo stretto di Messina, ecc.; hanno distrutto ogni benché minimo sentore di giustizia con le loro leggi vergognose; se ne infischiano dei problemi del popolo e continuano a godere di privilegi assurdi e anacronistici; hanno permesso alle mafie e alle camorre di insediarsi nel tessuto imprenditoriale italiano distruggendo la possibilità di un vero sviluppo e una corretta concorrenza da parte di aziende sane; hanno massacrato lo stato sociale, la scuola e la sanità pubblica rendendole costose e inefficienti e cancellando ogni pretesa di meritocrazia; hanno ucciso quel poco di cultura che ancora rimaneva nel nostro Paese e hanno cancellato ogni minimo investimento sulla ricerca; hanno permesso che ladri, puttanieri, mafiosi, idioti e farabutti entrassero a far parte della classe dirigente di questa povera nazione.
Hanno in definitiva reso l’Italia una nazione in cui non è più possibile vivere. Una cloaca dove comandano e prendono decisioni uomini simili ad escrementi che meriterebbero solo di passare il resto delle loro vite chiusi nella cella di un penitenziario.
A fronte di queste crude ma tangibili realtà cosa potevano fare i ragazzi il 15 ottobre scorso? Una passerella cantando stupidi slogan? Un corteo di ballerini urlanti per le vie di Roma?
Gli hanno rubato la vita e il futuro e poi si stupiscono se si incazzano?
Maledetti ipocriti e falsi! Rimasuglio di una generazione che, statene certi, prima o poi verrà travolta, giudicata e annientata dai giovani e dalla loro volontà di giustizia e di futuro!
Godetevela fino a quando in questa povera nazione di uomini troppo deboli e stanchi per reagire, ancora si riuscirà a sfamare i propri figli, perché dopo, e non siamo troppo lontani, la vostra unica scelta sarà quella di fuggire il più lontano possibile.
Perché noi, precari che siamo milioni, vi abbiamo già giudicato!
Lo staff di
Aboliamo il lavoro precario
"Maledetti ipocriti e falsi! Rimasuglio di una generazione che, statene certi, prima o poi verrà travolta, giudicata e annientata dai giovani e dalla loro volontà di giustizia e di futuro! "
RispondiEliminaSono precario da 6 anni ma non sono d'accordo su questa visione del fenomeno, anche perchè le mie opportunità sono cresciute e la mia professionalità migliorata. Questa visione mi sembra troppo vittimistica e piagnucolosa.
Degna di un perdente finito.
Prima di tutto è inutile prendersela con la vecchia generazione politica che tanto sarà sostituita dalla nuova
Le cose non cambieranno di certo per questo, anzi saranno identiche perchè la casta sarà la casta, così come i contratti delle multinazionali non saranno i contratti dell'ortofrutta, i top manager saranno sempre i top manager, ecc.
Quindi semmai, se un individuo vuole combinare qualcosa nella sua misera esistenza, è a quel tipo di cose che deve puntare e nessuno glielo vieta facendosi il vecchio e perenne Culo.
In secondo luogo il precariato non coinvolge tutti, ma solo la maggior parte di una certa fascia sociale che rientra nei 3 parametri seguenti:
1. Chi, indipendentemente dalle proprie condizioni economiche (magari senza sfruttare gli enti del diritto allo studio), non si è specializzato e non ha un brillante curriculum di studi (magari economici o ingegneristici) e non sa muoversi per farlo valere nei posti giusti, che non coincidono mai con il primo lavoro che si trova perchè lo si deve trovare. La ricerca deve essere mirata e fatta con intelligenza. E sono convinto che chi è laureato e si limita a lavorare in un call center a progetto non abbia fatto una ricerca intelligente. Non capisco poi di cosa si lamenti se non si muove bene.
2. Chi non conosce a livello advanced o proficiency la lingua inglese e non ha neanche uno straccio di diploma tecnico o laurea triennale
3. Chi non si impegna sul lavoro
4. Nessuno ti regala niente, tantomeno il posto fisso che è un retaggio di altri decenni
In altri paesi europei il posto fisso nemmeno esiste ma i giovani non lo vivono come un problema, perchè le specializzazioni sono più diffuse e abbordabili e le culture maggiormente stimolate, di conseguenza l'elevato grado di specializzazione diventa un mezzo per cercare sempre nuove e migliori opportunità di crescita invece di marcire 40 anni nella fabbrichetta dietro casa con il posto fisso.
Soluzione che secondo me non è la migliore.
Meglio essere precari ma progredire sempre più per aggiudicarsi dei contratti più appaganti, che avere un lavoro fisso di merda.
dal tuo modo di esprimere la tua idea di lavoro e di precariato e perciò dal tuo modo di vedere le cose (e perciò anche il mondo) si capisce subito che hai una visione del lavoro e della vita classista. Libero di averla. Ma non puoi pretendere che la tua visione del mondo sia quella reale e questo semplicemente perché non lo è!
RispondiEliminaMa veniamo ai punti da te espressi per cui chi rimane precario è solo un, parole tue, "perdente finito"
Punto 1)Prima parti dal presupposto che chi è precario e sotto specializzato (o non è lavorativamente parlando preparato) e poi dici che se sei laureato e lavori ad un call center è colpa tua. Premesso che anche chi non ha una specializzazione ha diritto ad avere un lavoro non sottopagato e che non lo sfrutti, evidentemente tu non hai mai avuto esperienze in merito (fortunato te) e non sai che esistono fior fiore di specializzanti (quegli ingegneri a cui ti riferisci, ma ci sono anche i dottori e i ricercatori e tantissimi professionisti che proprio per questo fuggono all'estero) a cui viene offerto solo un contratto precario che poi viene rinnovato di anno in anno se gli va bene (a volte di mese in mese). Ma tu questa realtà sicuramente non l'hai mai incontrata (e se così è significa che non vivi in Italia).
Punto 2) Perciò chi non conosce l'inglese merita di essere precario e di essere sfruttato! Il tuo ragionamento non fa una piega ed è proprio perché c'è gente che ragiona in questo modo che l'Italia è la nazione zimbello d'Europa che è!
Punto 3) E' come dire che tutti gli svogliati e tutti coloro che non si impegnano sul lavoro sono precari! Un ragionamento del genere non va nemmeno commentato tanto è stupido
Punto 4) Nessuno vuole niente gratuitamente. E' solo una questione di come si concepisce il lavoro. Evidentemente per te è solo sfruttamento dell'imprenditore che deve fare profitto a tutti i costi, su chi ha la sfortuna di essere un semplice lavoratore che lo è perché è un idiota (a quanto dici) e che perciò non deve lamentarsi.
Parlare di lavoro come sviluppo della società e realizzazione dell'individuo? Parlare di stipendio equo, di diritti (di entrambi le parti) che vanno rispettati, ecc. ecc. è forse troppo per te?
Inoltre cosa significa il posto fisso di merda come lo chiami tu? Il posto fisso di merda serve per avere delle garanzie di sostegno e sviluppo per l'individuo la propria famiglia e la società. Se in Italia ci fosse un mercato del lavoro come nei paesi del nord Europa non ci sarebbe bisogno del "posto fisso di merda" ma basterebbe un adeguato welfare come protezione sociale tra un lavoro e un'altro! Peccato che questo mercato del lavoro in Italia non c'è più dagli anni '70. Per questo è necessario proteggere il lavoratore che comunque ha delle spese fisse a cui deve far fronte! E poi se a te non sta bene il posto fisso, puoi sempre dimetterti!