domenica 12 giugno 2011

LE DOVUTE CONCLUSIONI

Per quale ragione il nostro movimento continua a promuovere la creazione di un partito politico formato in maggioranza da lavoratori precari, che miri a portare una sua rappresentanza in Parlamento in modo da appoggiare qualunque governo che come primo atto di legislatura elimini per sempre il precariato?

Cosa ci spinge a percorrere questo difficilissimo percorso atto a creare questa nuova formazione politica? Perché continuiamo da oltre un anno e mezzo a gridare con tutte le nostre forze ai precari d’Italia che l’unico modo per eliminare il lavoro precario è unirsi, formare tutti insieme un nostro partito e andare in Parlamento a cancellare il precariato? Cosa ci spinge a sobbarcarci lavoro, fatica, , insulti (a volte dagli stessi precari) e frustrazione varie?

Masochismo? Voglia di una poltrona in Parlamento? Manie di grandezza?

No, paura! Semplice paura, anzi terrore, di continuare a vivere tutta una vita da precari. Sfruttati, sottopagati, denigrati, senza diritti a cui aggrapparci, arrivare alla vecchiaia in miseria e non poter dare un futuro alla nostra famiglia, ai nostri figli. Questo ci spinge a sobbarcarci l’allucinante lavoro che stiamo facendo per raggiungere l’obiettivo di cui sopra.

Eppure ci sono tanti bei partiti alcuni dei quali sostengono di voler, anche loro, eliminare il lavoro precario. E allora perché non ci uniamo a questi o non li sosteniamo?

In verità l’abbiamo scritto mille e mille volte il perché. Ma per meglio far comprendere a tutti la nostra posizione rispetto ai partiti di tutti gli schieramenti, vi evidenziamo come questi non meritano nessuna fiducia men che meno quando parlano del bene comune e degli interessi dei cittadini italiani.

In questo momento si sta votando per i referendum e tutti noi sappiamo quanto è importante che si raggiunga il quorum e vincano i Sì per tutti e 4 i quesiti.

A fronte di questo, premesso che il centrodestra grazie al nano sessuale, è diventato un ricettacolo di servi idioti e vergogne umane che non hanno nemmeno il pudore di tacere (avendo consigliato a tutti gli italiani di non andare a votare) di fronte a due temi essenziali per la nostra nazione come il nucleare e l’acqua pubblica, di seguito alcune azioni (perché noi non giudichiamo rispetto alle parole) di alcuni tra i maggiori esponenti del centrosinistra:

Vendola e l’acqua : l’acquedotto pugliese può essere privatizzato

(senza contare i famosi 5 inceneritori della Marcegaglia, i 120 milioni di euro pubblici dati alla fondazione di Don Verzè per un ospedale misto privato senza gara d’appalto, il debito di 1 miliardo di euro alla sanità pugliese)

Bersani e l’acqua: quando ne chiedeva la privatizzazione

Bersani e il nucleare: quando ne proponeva il rilancio ( l’Espresso)

OGNUNO DI VOI TRAGGA LE DOVUTE CONCLUSIONI e comprenda il perché il nostro movimento per eliminare il lavoro precario non si rivolge ai partiti ma si fidia solo dei precari, cioè di coloro che il precariato lo subisce ogni giorno!

Grazie per l’attenzione

Lo staff di

Aboliamo il lavoro precario

Ps

Rispetto ai servi ignobili di cui oggi è piena la nostra povera nazione, in modo da comprendere meglio il fenomeno e svincolarsene, vi consigliamo di leggere (gratuitamente) il bellissimo trattato “DISCORSO DELLA SERVITU’ VOLONTARIA” di Étienne de La Boétie.

Se perciò servi non siete e pensate di ribellarvi a chi vi costringe alla miseria e allo sfruttamento, unitevi a noi e diventate nostri attivisti (cliccando sul pulsante in alto a destra del sito) in modo da aiutarci a dare libertà e futuro a tutti i lavoratori precari italiani.

2 commenti:

  1. Premetto che non sono precario, che ho 59 anni, che mi interesso del mondo giovanile, che sono di sinistra, che ho fatto le mie battaglie...che vi seguo con interesse...vi chiedete perché non riuscite a fare breccia nei giovani precari? Vi chiedete se vale la pena lavorare per formare un partito di soli precari...La risposta è, fondamentalmente, nell'utilizzo della violenza verbale e nell'assurdità della proposta di formare un partito di soli precari. La speranza è che quelli che vi leggono abbiano la possibilità di uscire dalla precarietà, quindi su che base "futura" poggerebbe questo partito? Costruite qualcosa di più credibile, qualcosa in cui i giovani trovino argomenti su cui meriti combattere, ma non solo l'imminente, ma anche per il futuro. Costruite o trasformate con la vostra intelligenza un movimento in cui il linguaggio sia costruttivo e il termine "servi" sia bandito. Vi sembrerà paternalistico...ma questi sono stati gli errori del '68...ed io l'ho fatto. E' per questo che vorrei che evitaste gli stessi errori. Quello che serve è il dialogo, il confronto...e non lo scontro. Non c'è chi è sempre nella ragione...e non si rinfaccia l'impegno in un progetto. Se lo si fa è perché ci si crede e non per ottenere successo!

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  2. Ci meravigliamo che ci siano persone che si lamentano della violenza VERBALE dei nostri post quando invece ci si dovrebbe sconvolgere della violenza delle leggi che costringono milioni (per ora 4) di lavoratori a vivere una vita di ricatti e frustrazioni e in futuro quando in pensione di miseria (dati INPS: chi lavora da precario per 10 o più anni percepirà una pensione di circa il 40/50% dell'ultimo stipendio goduto).
    Se questa non è violenza tu come la chiami?
    E anzi, rallegrati del fatto che noi usiamo solo la violenza verbale perchè siamo sicuri che se non oggi, un domani qualcuno potrebbe anche stancarsi di subire la violenza del precariato e di iniziare a girarla a qualcun'altro questa violenza.
    Per quanto riguarda il partito di soli precari pur non vedendoci assolutamente niente di male chi ti dice che il nostro sarà formato in questo modo? Sai quanti non precari ci appoggiano? Sai quanti non precari, sopratutto maturi temono (a ragione) per il futuro dei loro figli e sono contro il lavoro precario? Inoltre hai letto il nostro programma presente su www.aboliamolavoroprecario.it ?
    Dagli un'occhiata e vedrai che non pensiamo solo al precariato.
    Il fatto stesso che noi, come abbiamo scritto nel nostro programma, pensiamo che i partiti rappresentino comunque la democrazia in Italia (senza partiti non c'è più democrazia) significa che non vogliamo fare gli errori del '68. Non abbiamo basi ideologiche che ci costringono a schierarci a destra o sinistra. Non pretendiamo di avere sempre ragione. Crediamo che a volte basti una giusta dose di buon senso per poter comprendere cosa debba essere fatto! E Speriamo che questo buon senso non manchi mai tra le nostre fila.
    Grazie per il tuo commento!

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Cosa può fare un lavoratore precario?