
Nel caso di Ferrero abbiamo posto solo le domande inerenti il lavoro precario dato che RC negli ultimi anni non ha mai basato la campagna elettorale unicamente sul potere carismatico del suo segretario. I campi virgolettati rappresentanono le varianti dell'email rispetto al soggetto a cui veniva inviata.
Di seguito l'email inviata ai quattro leader:
Buongiorno,
Facciamo parte di un movimento che mira all'abolizione del lavoro precario.
Dato che "nome leader" si è più volte espresso contro questa vergognosa pratica vorremo porre delle domande per meglio chiarire qual'è concretamente "la sua/del suo partito/del suo movimento" presa di posizione contro il precariato e fino a che punto "pensa/te" di agire per la sua eliminazione definitiva.
Le domande che le porgeremo (e le risposte che ci verrano date) saranno postate sul nostro gruppo FB (http://www.facebook.com/#!/group.php?gid=222018724407 - che conta circa 3750 iscritti tra cui diversi vostri elettori) e su vari altri ad esso collegati nonchè sul nostro blog: http://aboliamolavoroprecario.blogspot.com
Queste le domande:
Egregio "nome leader"
vorremmo farle alcune domande per meglio conoscere la "sua/vostra" posizione politica nei confronti del lavoro precario. Prima di questo però una domanda sul suo "partito/movimento":
1) Non crede che un "partito politico/movimento" piuttosto che essere incentrato sulla figura del leader carismatico, come dimostra di essere il "partito/movimento" di cui lei è "segretario/leader" debba esserlo sui valori che questo rappresenta? Non pensa che puntare tutto sulla sua persona invece che su un programma che dovrebbe essere espresso dalle molteplici componenti che un "partito/movimento" può manifestare, sia riduttivo ed infine nocivo per lo stesso "partito/movimento"?
2) Parlando di precarietà, lei si è più volte espresso contro questa pratica. Fin dove arriva la "sua/del suo partito/movimento" presa di posizione contro il lavoro precario? "Intende/ te" cioè favorire l’accesso a sistemi di protezione sociale per i lavoratori precari che dovessero perdere il lavoro oppure lavorare per eliminarlo definitivamente dall’ordinamento legislativo italiano?
3) Se nelle prossime elezioni dovesse vincere una possibile coalizione "di sinistra" in cui è presente anche il suo "partito/movimento", la sua componente, certamente non di maggioranza, agirebbe per imporre a questa coalizione di governo la subitanea eliminazione del lavoro precario? Arrivereste anche a minacciare di far cadere la stessa coalizione e perciò un possibile governo se questa linea non dovesse passare oppure no?
In attesa di un subitaneo riscontro cogliamo l'occasione di inviarle i nostri migliori saluti
Lo staff di
Aboliamo il Lavoro Precario
LA RISPOSTA DI PAOLO FERRERO:
NOI SIAMO CONTRO LA PRECARIETA’ NON PER MONETIZZARLA.
NOI NON SIAMO DISPONBILI A PARTECIPARE A GOVERNI CENTRALI CON IL CENTROSINISTRA PERCHE’ NON VE NE SONO LE CONDIZIONI PER CUI IL SECONDO PROBLEMA NON SI PONE.
Poi la nostra richiesta di precisazione:
Vorremo però fare maggiore chiarezza sul secondo punto da lei espresso.
Lei scrive: "NOI NON SIAMO DISPONBILI A PARTECIPARE A GOVERNI CENTRALI CON IL CENTROSINISTRA PERCHE’ NON VE NE SONO LE CONDIZIONI PER CUI IL SECONDO PROBLEMA NON SI PONE"
Sottolineando che "non ve ne sono le condizioni". Le chiediamo però per esprimere meglio il senso della seconda domanda e comprendere meglio la sua risopsta con una più articolata che speriamo ci vorrà dare:
se in futuro per qualsiasi ragione oggi non nota, si dovesse delineare una coalizione di governo in cui RC dovresse far parte, imporreste a questa coalizione, per avere il vostro sostegno, l'eliminazione definitiva del lavoro precario?
Cioè direste a questa possibile futura coalizione di governo "se volete il nostro appoggio dovete necessariamente come primo atto di governo eliminare le leggi che permettono il lavoro precario (in tutte le sue tipologie) altrimenti RC non farà parte di questa coalizione e non la sosterremo nemmeno fuori dal governo"?
e la sua replica:
Noi pensiamo che oggi sia necessario costruire uno schieramento per battere le destre al fine di difendere la costituzione e modificare la legge elettorale superando questo dannoso bipolarismo. Il bipolarismo rende infatti impossibile al conflitto sociale riuscire a modificare l’agenda politica e rende le sinistre ostaggio di schieramenti moderati. Per questo noi riteniamo necessario superare il bipolarismo. Non pensiamo però vi siano le condizioni per fare un accordo di governo con il centro sinistra perché questo ha un programma eccessivamente confindustriale proprio a partire dai temi del lavoro. Per questo noi continueremo a batterci contro la precarietà, per l’abolizione della legge 30, etc. ma non è ipotizzabile che ci si ritrovi in tempi brevi in una situazione in cui noi facciamo parte della maggioranza di governo.
Spero di essere stato chiaro.
Paolo ferrero
LA RISPOSTA DI ANTONIO DI PIETRO:
Gentili Amici,
rispondo alla vostra mail del 6 maggio, con l’intento di farlo nella maniera più chiara ed esauriente Per quanto concerne il primo quesito, vorrei partire da una premessa che sottolinei la costante metamorfosi a cui il nostro partito è stato soggetto, dalla sua costituzione fino ad oggi. Nel tempo, infatti, l’Italia dei Valori si è trasformato da movimento d’opinione, nato da una mia personale iniziativa e dalla mia esperienza all’interno della magistratura, a partito politico che, attualmente, raccoglie circa l’8% dei consensi. In questi oltre dieci anni, l’Idv ha avuto modo di strutturarsi su tutto il territorio italiano, si è costruito un’identità propria, un programma politico chiaro e circostanziato, nato dalla sinergia di tutti coloro che, nel nostro cammino, hanno apportato il proprio contributo per la crescita di quella che è divenuta una realtà politica consolidata. In questi anni, il partito si è evoluto, e continuerà ad evolversi svincolandosi sempre più dalla mia esperienza, collocandosi in una dimensione diversa, più ampia, in grado di sopravvivere anche dopo di me. In sintesi, da parte mia non esiste nessuna volontà personalistica, l’Idv nasce dalla mia storia ma non si esaurisce in essa; ho sempre detto che il nostro partito è destinato ad aprirsi sempre più, fino a proiettarsi in un progetto più ampio. L’ho sempre detto, siamo un partito “mezzo”, non un partito “fine”. Nota bene, quando parlo del partito sono solito parlare al plurale.
In merito al tema del precariato, noi di Italia dei Valori crediamo in un Paese fondato realmente sul lavoro, e non sull’evasione fiscale, tantomeno sulla precarietà. Quest’ultima è da combattere e lo si può fare. L’Idv, dal 2008, considera la lotta al precariato in termini di priorità. In Italia sappiamo che occorre ripartire andando ad operare sui temi occupazionali ed economici, senza prendere in giro i cittadini negando l’entità della crisi ed i rischi a cui si va incontro se non si corre ai ripari per tempo. Nello specifico, in tema di lotta al precariato, proponiamo l’abolizione dei 42 contratti di assunzione precari, sostituendoli con una formula contrattuale simile a quella dell’apprendistato. Proponiamo la valorizzazione dell’esperienza formativa in ambito lavorativo, l’estensione degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori precari, oltre all’equiparazione dello stage all’attività lavorativa propriamente detta, in modo da permettere una remunerazione ed il versamento di contributi. In caso di crisi aziendali, proponiamo il raddoppio della cassa integrazione ordinaria, da finanziare, ad esempio, attraverso l’utilizzo dei bilanci positivi dell’Inps degli anni 2008 e 2009. Chiediamo inoltre la detassazione delle tredicesime.
Attraverso il nostro Dipartimento Nazionale Lavoro e Welfare, ci stiamo adoperando per costruire una rete che arrivi ai precari della scuola, dei call center, fino alle partite IVA, agli artigiani e alle piccole e medie imprese. È in corso l’istituzione di circoli tematici nei territori e nelle aziende, grazie al valido supporto del responsabile del suddetto dipartimento, Maurizio Zipponi che vi invito a contattare all’indirizzo lavoro@italiadeivalori.it.
Da parte nostra l’impegno alla lotta al precariato c’è, è visibile e costante, e siamo pronti a far sentire con veemenza la nostra voce, dentro e fuori le aule istituzionali, come del resto già fatto in occasione di altre battaglie. L’azione determinata è il tratto distintivo del nostro agire politico e, a nome del partito, ribadisco la nostra volontà più ferma nel portare avanti la battaglia per il lavoro sicuro e a tempo indeterminato, con la determinazione e la tenacia di sempre.
Continuate a seguirci, non vi deluderemo.
Antonio Di Pietro